Un corteo di associazioni, comitati studenteschi, sindacati e tante altre realtà sociali ha contestato a Palermo il sindaco Roberto Lagalla e la Fondazione Falcone, rappresentata da Maria sorella del giudice, nel giorno della commemorazione della strage di Capaci. I manifestanti hanno attaccato le istituzioni cittadine che lo scorso anno (23 maggio 2023) impedirono al corteo di giungere pacificamente sotto l’albero Falcone, in via Notarbartolo, che provocò uno scontro con le autorità, portando a numerosi feriti tra manifestanti e forze dell’ordine.

Era stata un’ordinanza firmata dal questore di Palermo, dopo la decisione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di impedire il passaggio, per ridurre il rischio di una possibile contestazione alle istituzioni presenti sul palco.
“In dodici mesi non c’è stato nessuno da parte delle istituzioni che è stato in grado di dirci perché – dice nel suo intervento Jamil El Sadi, componente del direttivo che organizza il corteo -, eppure abbiamo saputo da Repubblica, con un articolo del febbraio 2024, che a dare l’input di fermare il corteo sia stata la Fondazione Falcone e il sindaco Lagalla. Se questo dovesse essere vero, sarebbe il più grande tradimento alla memoria dei martiri della strage di Capaci”. “Vergogna, vergogna, vergogna!” è stato il coro dei presenti. Il tutto a pochi passi dal palco, dove Maria Falcone, circondata da giovani studenti, stava facendo il suo discorso.

Quest’anno non c’è stata nessuna direttiva del questore, e i manifestanti sono giunti fino all’albero Falcone per partecipare alla silenziosa commemorazione scattata alle 17:58. Poi dopo i saluti di Maria Falcone ai numerosi cittadini accorsi, i manifestanti sono tornati a gridare: “Fuori la mafia dallo Stato”. Intonando cori contro il sindaco Lagalla, il presidente della regione Renato Schifani, il fondatore della Nuova Democrazia Cristiana Totò Cuffaro e il co-fondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri.

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