Cinema

Megalopolis, la prima a Cannes dell’ultimo attesissimo film di Francis Ford Coppola. Ecco il trailer

di Davide Turrini
Megalopolis, la prima a Cannes dell’ultimo attesissimo film di Francis Ford Coppola. Ecco il trailer

“Quando un impero cade, crolla tutto in un istante? No. Però arriva un momento in cui il popolo non crede più in esso”. Inizia con questo monologo interiore del protagonista Adam Driver il trailer di Megalopolis, probabilmente il film più atteso dell’anno. Tra 48 ore la prima al Festival di Cannes ed ecco che quella vecchia volpe di Francis Ford Coppola piazza le prime agognate immagini di un kolossal (pre?) apocalittico prodotto di tasca sua, 120 milioni di dollari sacrificando le adorate vigne della Napa Valley.

Descriviamo allora quello che si intravede dal buco della serratura del trailer. Driver viaggia su un auto in notturna e presenta un’acconciatura con frangetta corta e schiacciata sulla fronte da antico patrizio romano. Alcune imponenti statue classiche (animate!) caracollano stanche, faticano a stare in piedi e crollano sui palazzi. Poi si entra in una sorta di sala cinematografica che in realtà è come trasformata in un’arena con tanto di corsa i bighe alla Ben Hur. Infine montaggio rapido per abbozzare alcuni personaggi: Shia LaBeuf uscito da una specie di V for vendetta, Grace VanderWall, Giancarlo Esposito e Laurence Fishburne.

Le scritte in rapida sovraimpressone tornano poi ad intervallare un altro monologo di Driver, chiaramente l’architetto protagonista del film, e intanto disegnano la frase “create your future”. E qui cominciano frammenti di masse che protestano in strada, edifici che crollano, gente che si prende a pugni, perfino un satellite targato CCCP (il film sembra ambientato in una sorta di futuro che somiglia molto agli anni settanta/ottanta del Novecento). L’impressione di fondo è che l’anelito spirituale e politico coppoliano modello New Hollywood delle origini si mescoli a una serie di tecniche di creazione visiva più affabulatorie e digitali. Staremo a vedere, insomma. Proprio per rispondere ad un quesito che fa tanto arrabbiare i puristi dell’autorialità eterna e intoccabile: i grandi della New Hollywood alla prova del tempo hanno ancora qualcosa da dire sulla contemporaneità cinematografica e sul mondo circostante?

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