Un operaio è morto dopo essere rimasto schiacciato da un’enorme tornio meccanico “mentre stava facendo manutenzione” all’interno dello stabilimento dell’azienda Bandera a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Dell’incidente, avvenuto attorno alle 9.40, è rimasto vittima Cristian Martinelli, 49 anni. Trasportato d’urgenza in ospedale a Legnano in gravi condizioni, una volta giunto al pronto soccorso i medici non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita. Il pubblico ministero Susanna Molteni ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo, al momento contro ignoti, e ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo oltre che il sequestro del macchinario.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe rimasto schiacciato da un tornio meccanico nella ditta di lavorazione di materie plastiche. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri, polizia locale e soccorritori del 118, assieme all’elisoccorso. Accertamenti sono in corso per stabilire la dinamica dell’incidente. La moglie dell’operaio è stata subito avvisata dal capoturno del marito, ed è corsa inutilmente in Pronto soccorso ancora convinta che lui avesse solamente riportato una profonda lacerazione ad un fianco, ma che se la sarebbe cavata.

Si lamentava che fossero in pochi”, ha detto la donna all’esterno della sede della ditta dopo l’incidente, ma “mai della sicurezza“. E poi ha aggiunto: “i turni erano sì lunghi, ma per lui non era una cosa negativa, gli piaceva il suo lavoro”. La donna si è presentata davanti all’ingresso della fabbrica in compagnia della suocera, per chiedere gli effetti personali del marito, con cui ha avuto due bambine di 7 e 8 anni.

In seguito all’incidente, per questo venerdì è stata organizzata una mobilitazione sindacale, come spiega Rino Carlo Pezone, della segreteria Fiom Cgil di Varese. L’intento è quello di “sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che in subordine al protocollo Covid, per quanto importante, la sicurezza sul lavoro mancava ieri, manca oggi e mancherà domani”. Nel pomeriggio, i sindacati hanno incontrato alcuni colleghi del lavoratore. “Poi incontreremo chi ha lavorato in passato proprio su quella macchina”, ha aggiunto Pezone.

L’andamento degli infortuni e delle morti sul lavoro in Lombardia “sta peggiorando”, denunciano Cgil, Cisl e Uil regionali e provinciali: “Ventisette morti nei primi 3 mesi del 2021 rispetto ai 21 infortuni mortali a marzo del 2020”. In una nota congiunta i sindacati confederali chiedono “investimenti” da parte delle aziende “nella cultura della sicurezza e nella prevenzione di cui oggi tanto si parla, ma con insufficiente impegno per attuarle nell’organizzazione del lavoro”.

Alla Regione domandano di “restituire operatività ai Servizi di Prevenzione negli Ambienti di Lavoro cui spetta la vigilanza sul rispetto delle norme e la prevenzione, rafforzando il personale dedicato ai controlli nelle aziende”. “Occorre un impegno comune sulla formazione continua e adeguata ai cicli produttivi” e “un forte impegno da tutte le istituzioni ad ogni livello perché il tema della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro sia prioritario nella agenda politica e vi sia un adeguato stanziamento di risorse economiche e di personale”.

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