Lavoro. Anzi no, festa di famiglia. Il viaggio di Aurelio De Laurentiis a Ibiza – cominciato lunedì e da concludere, pare, venerdì – alimenta le fantasie di tifosi e addetti ai lavori. È partito col figlio Edo e con Antonio Sinicropi, club manager del Napoli e compagno della figlia Valentina. Perché? Nell’imminenza del viaggio l’ipotesi più accreditata voleva Ibiza sede prescelta per dare l’accelerata alla trattativa per portare Antonio Conte sulla panchina del Napoli. Le ore e i giorni sono passati, tuttavia, ma sull’isola spagnola non si è visto l’ex ct della nazionale e la trattativa, pur proseguendo spedita secondo tutti gli specialisti di calciomercato, ancora non porta la fumata bianca. Perché?

L’ipotesi suggestiva (e abbastanza fantasiosa) che arriva dall’isola è che il viaggio a Ibiza non sia di piacere, ma un tentativo di approccio con Jürgen Klopp, che dopo il suo addio al Liverpool è nel suo buen retiro, praticamente di fronte ad Adl, a Mallorca (ieri, martedì, è tornato a Liverpool per una serata di addio alla sua gente, ndr). D’altronde il patron azzurro ha sempre apprezzato molto il tecnico tedesco: ci aveva provato pure nello scorso gennaio. Ancora prima, nel 2013, un Klopp molto giovane era stato seriamente vicino a sedere sulla panchina del Napoli, dove poi finì Benitez. E da quel che trapela la stima è ricambiata: a Klopp piace Adl, lo ritiene un ottimo modello di presidente, cosa ribadita anche pubblicamente, in particolare nel dicembre 2018 alla vigilia della sfida ad Anfield tra Liverpool e Napoli (quella della parata di Alisson su Milik).

E non mancano i precedenti, in casa Napoli, di tentativi di virate clamorose all’ultimo minuto: nel 2015, con l’accordo praticamente già firmato con Sarri, De Laurentiis si prese qualche giorno (la firma arrivò solo l’11 giugno) per provare a convincere Vincenzo Montella reduce da due ottime stagioni alla Fiorentina.

Voci fantasiose quelle su Klopp? Più che probabile visto che la trattativa con Conte sarebbe ben oltre i sì e alla verifica delle clausole contrattuali. Senza dimenticare che se gli 8 milioni a stagione all’ex juventino sono un unicum per Adl, lo stipendio da 20 milioni a stagione di Klopp sarebbe uno scoglio praticamente insormontabile. Ma… Sì, c’è sempre un ma: Klopp è pur sempre Klopp, almeno in linea teorica un mister che si dice “romantico” e “di sinistra”, che ha bisogno di dare risposte alla sua iperemotività senza “violare le regole del mercato”, come ha ribadito due settimane fa. Ma è pure quello che nello scorso febbraio in risposta a chi gli chiedeva di un suo possibile arrivo in Italia metteva in dubbio la possibilità delle squadre di Serie A di pagare un solo mese del suo stipendio.

Voci, suggestioni di una banale gita estiva post campionato per ricaricare le batterie, certamente, che di certo uno è da una parte con aragosta e champagne, magari col tintinnare dei flutes ad augurare buona fortuna ad Antonio Conte. E l’altro sulla riva opposta a seguire la costruzione della sua villa, senza punto di contatto alcuno. O magari no.

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