Quello che è successo ai tre giornalisti fermati è un segnale brutto. Vedo un doppiopesismo inquietante e non riesco a credere alla versione della questura di Roma, che dice che è la norma. Ma norma di che? Cioè io domani vado a documentare l’attività di un gruppo di ambientalisti e devo mettere in conto che dovrò stare per ore in una cella 2 metri per 3? Non so se la colpa sia della Meloni o meno, voglio sperare di no. Ma è un segnale inquietante, quindi evidentemente qualcuno deve darci spiegazioni“. Così a Otto e mezzo (La7) Andrea Scanzi commenta quanto accaduto ieri a Roma ai tre giornalisti, tra cui Angela Nittoli del Fatto Quotidiano, fermati a Roma dalla polizia mentre erano impegnati a a seguire gli attivisti di Ultima Generazione.


Il giornalista del Fatto racconta quanto è accaduto e sottolinea: “Visto che c’è stato questo scandalo abbastanza basso, io mi domando: è normale quello che è successo? Ma soprattutto perché si utilizza spesso questo atteggiamento draconiano coi giornalisti o coi ragazzi che manifestano per la Palestina o con tutti quei membri della carta stampata e della tv che documentano, ad esempio, le proteste alla Meloni, come è successo a Messina con un giornalista fermato e perquisito – prosegue – o attività ambientaliste e invece in altri casi neppure intervengono le forze dell’ordine? Nelle ultime proteste i tassisti avevano le bombe carta e non sono stati toccati, nelle contestazioni degli agricoltori i trattori neppure, nonostante avessero bloccato le strade, reato che, a detta di Salvini, è gravissimo”.

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