“Ciao ciao pezzi di merda”. “Questi sono gli stessi che ci fischiavano ieri, no?”. Due voci dal pullman del Torino, finite per sbaglio nella diretta Instagram del portiere granata Gemello, nel giorno più importante dell’anno: il ricordo della tragedia di Superga. Peggio di così non poteva andare. Il video è diventato virale in pochissimi minuti e nonostante l’audio ovattato qualcuno ha riconosciuto Lovato e Pellegri come sospetti protagnonisti. A Torino, ora, non tira una bella aria: tra polemiche e futuro, il 4 maggio granata è stato davvero molto complicato.

Video a Superga: aperta indagine interna

Prima del calciomercato, è bene soffermarsi sul video che ha lasciato interdetti (per usare un eufemismo) i tifosi del Torino. Le voci erano veramente di Lovato e Pellegri? “Accetto le critiche e mi assumo tutte le responsabilità quando commetto errori. Rispetto le opinioni altrui, ma non accetto di essere accostato a un video che sta circolando poiché la mia voce non è presente. Pietro”, ha scritto l’attaccante sul proprio profilo Instagram. “Superga è stata un’esperienza incredibile, forte e profonda”, ha ribadito il difensore. “Essere parte del Torino e avere la possibilità di vivere in prima persona questa giornata importante è qualcosa di unico che resta nel cuore. Un evento che prima di ieri avevo solo visto nelle pagine di cronaca. E mi sento dire che io avrei mancato di rispetto ai tifosi e alla società? Vengo accusato di parole che non avrei nemmeno mai pensato, figurarsi detto”. E poi: “Mi aspetto che la società faccia chiarezza e prenda provvedimenti che un gesto del genere merita”.

Detto, fatto: il club ha aperto un’indagine interna per capire cosa sia davvero successo e quali eventuali provvedimenti prendere. Ma è evidente la scollatura con una parte dell’ambiente, che anche a Superga ha contestato il presidente Urbano Cairo. “Erano pochi” ha tenuto a precisare lui, “fino a qualche anno fa mi veniva chiesta una Serie A tranquilla. Ora è vero che si sarebbe potuto fare di più”.

Juric ai saluti: la situazione

Perché buona parte della tensione deriva in effetti dal rendimento in campo. Fattore che lo stesso Cairo ha voluto sottolineare. “Penso che questo sia il Torino più forte dei miei 18 anni di presidenza. Perché non siamo più in alto? Dovreste chiederlo ad altri… Juric ha avuto la possibilità di rinnovare un anno fa, ha voluto tenersi aperte le porte e ora è in scadenza. I contratti finiscono: il nostro direttore Vagnati è al lavoro per capire cosa sia meglio per il futuro”. Di fatto, l’ex Genoa è stato messo alla porta proprio il giorno in cui, a Torino, il campo sarebbe quasi marginale rispetto al tutto il resto.

E a proposito di futuro, le valutazioni sono in corso. Per Italiano è stato fatto un tentativo, ma l’allenatore preferisce una piazza come Napoli o Bologna; Gattuso non verrà vista l’intenzione dei granata di continuare con un allenatore adatto alla difesa a tre. Difficile anche Palladino, che era stato accostato nei mesi scorsi: le richieste di ingaggio sono troppo alte e con il suo agente, Riso (lo stesso di Juric) sta valutando altre situazioni che possano comunque portarlo lontano da Monza. E Gilardino ha appena rinnovato con il Genoa. Resta, al momento, tra i nomi papabili quello di Vanoli, che sta facendo una buona annata con il Venezia in Serie B. Una scommessa, che di solito Cairo almeno per le panchine preferisce evitare.

Il tutto senza dimenticare le voci di mercato che riguardano Alessandro Buongiorno, capitano e simbolo del Toro. Su di lui non ci sono solo Napoli e Inter, ma anche la Juventus. Un’ipotesi che al momento il difensore preferisce non considerare molto, ma che a livello ambientale risulterebbe ancora più esplosiva. E dopo un 4 maggio così complicato, nell’ambiente Torino sarebbe davvero la prima cosa da evitare.

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