Non v’è città, paese o frazione italiana che non abbia una piazza o una via dedicata a lui, il premio Nobel della fisica Guglielmo Marconi, di cui oggi ricorrono i 150 anni dalla nascita.

Ecco perché, quando nel 2017 la sezione di Italia Nostra Pisa cominciò a battersi per salvare un pezzo di storia della vita del grande scienziato e segnalò nella Lista Rossa dei Beni in Pericolo la Stazione Radiotelegrafica progettata e realizzata da Guglielmo Marconi, attiva dal 1911 per oltre due decenni come una delle stazioni radio più potenti del mondo, tutta l’Associazione appoggiò entusiasticamente questa battaglia.

La stazione si trova a Coltano, a circa 8 chilometri da Pisa, nella campagna coltivata, ed è completamente in rovina. Per decenni è stata la capitale delle telecomunicazioni mondiali da cui partivano i primi segnali e parole che volavano nell’etere, attraverso il grande impianto voluto e realizzato da Marconi con le allora avveniristiche apparecchiature costruite dai cantieri Marconi di Genova. Tutta l’area è recintata e ci sono grandi cartelli gialli di pericolo. Le finestre sono state murate, il tetto è crollato in più punti, la pioggia e le intemperie hanno sbreccato gli intonaci. La facciata è deturpata dalle scritte con lo spray ed è diventato luogo ideale per bivacchi e accampamenti temporanei. Tutti gli ambienti di questi 700 metri quadri che custodivano i segreti della tecnologia all’epoca più all’avanguardia nel mondo sono ingombri di macerie. Tipica architettura degli inizi del XX secolo, formata da più edifici, il luogo è dotato di un certo fascino nel quale stanno insieme natura, cultura e, grazie a Marconi, tecnologia.

Per ricordare Marconi in modo degno, Italia Nostra con il Fatto Quotidiano rinnova l’appello a salvare questo luogo della memoria storica del nostro ingegno creativo e scientifico.

Il premio Nobel per la fisica inaugurò il centro radio di Coltano, insieme al re Vittorio Emanuele III, nel novembre 1911 inviando uno dei primi telegrammi al direttore del New York Times: “19 novembre 1911. I miei migliori saluti trasmessi per telegrafo senza fili dall’Italia in America. Pisa ore 5.47 pom.”. Da qui passò il segnale con cui Marconi accese le luci della gigantesca statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro, il 12 ottobre 1931. La conferma, ma stavolta dalla terraferma, dell’esperimento del 26 marzo 1930, alle 11,03: Marconi inviò nell’etere gli impulsi che, percorse 14 mila miglia, accesero in Australia le tremila lampadine del Municipio di Sydney.

I tedeschi in ritirata alla fine della guerra minarono e fecero saltare le enormi antenne alte 250 metri e un’altra palazzina di macchinari. La palazzina Marconi se la cavò con pochi danni. Da lì, però, un lento e inesorabile degrado: una scuola, un cinema, delle residenze, poi dagli anni Settanta il nulla. Del recupero della centrale Marconi si parlerà per decenni in una storia infinita di promesse e impegni disattesi e di battaglie, come quella di Italia Nostra. Gli sforzi si erano intanto moltiplicati nel 2009, per il centenario del Nobel ma, ancora una volta, non se ne fece niente.

Una prima, piccola, svolta arriva nel 2017, proprio ai tempi della segnalazione in Lista Rossa: un primo accordo tra il demanio (proprietario del bene) e il Comune di Pisa con la concessione provvisoria e 100 mila euro per mettere l’edificio in sicurezza e procedere alla progettazione del restauro, preludio alla concessione definitiva per lo sfruttamento culturale e turistico del bene. Mancavano però i finanziamenti, i progetti di recupero e piani di valorizzazione.

“È in questo momento che la Marconi Labs Coltano – racconta Fabio Cosci, Presidente della medesima – organizza un incontro tra il Comune di Pisa e una multinazionale nel settore Telecomunicazioni interessata a contribuire con un importo di 1.300.000 euro (su un totale di circa 2.500.000 necessari) al recupero del Bene. La difficoltà da parte degli Enti pubblici di reperire a bilancio in tempi congrui la cifra rimanente fa, purtroppo, fallire il progetto.”

La Marconi Labs Coltano ha organizzato in questi anni convegni e attività sul territorio per sollecitare iniziative atte al recupero che hanno visto la partecipazione di tutta la famiglia Marconi e in particolare di Elettra Marconi (figlia di Guglielmo), Presidente Onorario dell’Associazione. La Giunta Comunale in carica ha risposto celermente; un piano di recupero è stato redatto, la somma di un milione è stata messa a bilancio per il recupero del bene e si è ottenuta la cessione del bene da parte del Demanio Statale, cosa che, in forma onerosa, dovrebbe concludersi a brevissimo, entro il prossimo mese.

“Anche a Coltano – prosegue Fabio Cosci – celebreremo il 150esimo della nascita di Marconi con una Mostra della Radio d’Epoca, che si terrà presso la Villa Medicea, che si trova nei pressi della Stazione, dal 16 al 31 luglio, e con il Convegno “Coltano Radio Chiama il Futuro” il 24 luglio. Alla presenza di Elettra Marconi si cercherà di fare il punto della situazione attuale e di impegnare gli Enti coinvolti a redigere, con il supporto tecnico della Marconi Labs Coltano, un piano di valorizzazione per la “Stazione Radiotelegrafica”.

Articolo Precedente

Il Parlamento Ue modifica la Politica agricola: più deroghe e meno controlli. Ambientalisti: “Affossate le misure di protezione ambientale”

next