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Ultimo aggiornamento: 22:01 del 25 Aprile

Sportiello (M5s): “Io insultata per aver detto di aver abortito. Le parole della vicedirettrice Boccia? Non mi sento autrice di un delitto”

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“Sono stata insultata dopo aver raccontato la mia esperienza personale. Mi hanno detto: “Prenditi una camomilla prima di venire in Aula”, “Perché ce lo vieni a raccontare qua?”. Secondo questi parlamentari, una donna non deve dire di aver abortito ma se ne dovrebbe vergognare, stare zitta e meditare sul suo senso di colpa. Io, come ho detto in Aula, non mi sento in colpa e non mi vergogno, e insieme a me forse la stragrande maggioranza delle donne che hanno deciso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, come peraltro mi hanno testimoniato in questi giorni”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24) dalla deputata del M5s Gilda Sportiello, che in Aula ha rivelato di aver abortito 14 anni fa e che ha duramente attaccato la destra per aver votato l’emendamento al dl Pnrr che consente ai Pro Life di presidiare i consultori quando una donna decide di abortire.

La parlamentare commenta le discusse parole della giornalista Incoronata Boccia, promossa a vicedirettrice del Tg1 dopo l’insediamento del governo Meloni, che nella trasmissione Che Sarà di Serena Bortone ha definito l’aborto “un delitto e non un diritto”: “Io non mi sento assolutamente autrice di un delitto. Questo ragionamento svela chiaramente cosa c’è dietro l’emendamento di Fratelli d’Italia al dl Pnrr. Qui in realtà chi pensa che la presenza degli antiabortisti all’interno dei consultori sia a sostegno della donna si sbaglia profondamente, perché negli altri paesi dove hanno addirittura legiferato per tenere lontani gli antiabortisti dai luoghi in cui si accetta l’interruzione di gravidanza – continua – parlano di queste presenze come di molestie organizzate, perché una donna che si reca in un consultorio deve avere l’aiuto che chiede. Il consultorio è un luogo pubblico e laico dove ci sono fior di professionisti multidisciplinari. Ed è questo che la donna merita: essere assistita da un professionista, non certo incontrare associazioni private ideologicamente orientate che sostengono questa narrazione della “colpa”, secondo cui chi abortisce è un assassino e compie un delitto. Non è affatto così”.

E aggiunge: “Non è vero che quello che hanno previsto con questo emendamento, e cioè l’ingresso di associazioni antiabortiste private nei consultori pubblici, è già scritto nella legge 194, anche perché anche un bambino capirebbe che se già fosse stato previsto dalla legge, non ci sarebbe stato bisogno di farne un’altra. Ma io in realtà in Aula ho fatto proprio questa domanda: ho chiesto al governo che si impegnasse attraverso un atto con cui afferma che queste associazioni non ci saranno perché minano la tutela del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza che deve essere garantito nei consultori. E mi è stato risposto di no, quindi hanno detto chiaramente che vogliono le associazioni antiabortiste nei consultori”.

Sportiello, infine, risponde al conduttore Alessandro Milan sulla celebre foto che lo scorso anno la ritraeva mentre allattava in Aula il suo bimbo: “Questa è la dimostrazione del fatto che bisogna smetterla di etichettare le donne sulla base delle loro scelte e di dividerle in buone e cattive, madri e non madri. Io ho scelto di abortire 14 anni fa e quando ho voluto essere madre, lo sono diventata. L’immagine di me che allatto in Aula è semplicemente quella di una madre che torna a lavoro. A oggi ci sono molte più donne di me che compiono dei sacrifici incredibili per poter continuare ad allattare e conciliare il rientro a lavoro col ruolo di genitore”.

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