La procura di Firenze era stata definita “trottola impazzita della giustizia italiana” per “le sue inchieste show“. Un articolo pubblicato su Il Foglio il 13 aprile scorso ha provocato così la reazione e le critiche del procuratore capo del capoluogo toscano Filippo Spiezia e dell’Associazione nazionale dei magistrati. Spiezia ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela del proprio Ufficio per un articolo che, sottolinea, “ha arrecato grave lesione al prestigio della procura di Firenze”. “Viva preoccupazione” per “l’escalation di violenti attacchi di cui è fatto quotidianamente oggetto l’ordine giudiziario da parte di certi mezzi di informazione”, è stata invece espressa in una nota dalla giunta esecutiva toscana dell’Anm.

Al centro delle critiche dei magistrati c’è l’articolo dal titolo “La procura di Firenze perde i suoi pm d’assalto. Grazie anche al Csm”. Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa ha fatto riferimento al procuratore aggiunto a Firenze Luca Tescaroli, eletto all’unanimità dal plenum del Csm alla guida della Procura di Prato: con lui, si legge, “se ne va un pezzo di storia della giustizia fiorentina, quella più recente e complottista“, citando le indagini (definite “più surreali degli ultimi decenni”) nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, accusati di essere i mandanti esterni delle stragi di Cosa nostra del 1993. Un riferimento anche al prossimo pensionamento del pm Luca Turco, definito nell’articolo “magistrato della famiglia Renzi” per, si legge nel testo, il suo “accanimento giudiziario che negli ultimi anni ha riguardato Matteo Renzi e poi si è allargato a tutta la sua famiglia”. Ringraziando il Csm per “la capacità di aver colto ogni volta la palla al balzo per ‘accompagnare all’uscita’ i pm fiorentini d’assalto”, l’articolo de Il Foglio si chiudeva con una riflessione: “C’è da chiedersi come la procura fiorentina saprà risollevarsi da queste macerie del diritto“.

Il procuratore capo Filippo Spiezia si è pertanto rivolto al Consiglio superiore della magistratura per tutelare l’Ufficio dalla “infondatezza di alcuni passaggi dell’articolo” che “si risolvono in una inaccettabile e pericolosa delegittimazione dell’operato dei magistrati dell’Ufficio quando vengono definiti ‘pm d’assalto’ che per effetto dei provvedimenti adottati dal Csm sarebbero stati accompagnati “all’uscita”. “In tal modo – si legge nell’istanza – vengo stravolte le finalità di recenti determinazioni” del Csm per il “trasferimento da alti incarichi giudiziari, su loro domanda, di magistrati già svolgenti le funzioni di procuratore aggiunto presso la procura di Firenze”. Nell’articolo “la distorsione informativa raggiunge livelli assolutamente discreditanti per la funzione giudiziaria e per il magistrato, laddove il procuratore aggiunto Luca Turco viene definito ‘magistrato della famiglia Renzi'”. Secondo il procuratore Spiezia “il messaggio comunicativo che trapela dall’articolo di stampa è quello di una presunta volontà persecutoria da parte dei pubblici ministeri della Procura di Firenze nei confronti di alcuni indagati a fronte, invece, della doverosità degli accertamenti giudiziari svolti e del rigore professionale manifestato, tanto in inchieste semplici come in quelle complesse e delicate per la compiuta realizzazione del principio di eguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge e della soggezione dei giudici soltanto alla legge”. Il contenuto dell’articolo, conclude Spiezia “travalica l’esercizio del diritto di critica, responsabile ed informata da cui trarre spunto per interventi migliorativi del sistema giudiziario e dell’Ufficio per tracimare in denigrazione gratuita“.

L’Anm Toscana – dopo avere espresso “viva preoccupazione” per “l’escalation di violenti attacchi” – esprime “piena solidarietà” ai colleghi e “una forte condanna per comportamenti che, fermo ed intangibile il diritto di critica giornalistica, appaiono soprattutto diretti ad erodere ulteriormente, giorno dopo giorno, la fiducia dei cittadini nell’operato della magistratura, presidio di effettività dei diritti in ogni ordinamento democratico”. “La procura della Repubblica di Firenze – si legge nel comunicato di Anm Toscana – è da tempo nell’occhio del ciclone, rea di avere condotto indagini che hanno coinvolto indagati o imputati eccellenti, e per tale motivo oggetto di accuse rivolte tanto all’ufficio giudiziario, nei suoi vertici, quanto ai singoli suoi appartenenti. Attacchi che non hanno di mira il merito delle vicende giudiziarie, come sarebbe certamente legittimo, ma i singoli magistrati e le loro scelte personali e professionali”. “La doverosa attività di ufficio dei magistrati fiorentini – conclude la nota – viene capziosamente letta in un’ottica di ‘strategia politica’ e anche le scelte del Csm non si sottraggono a tale disegno, artatamente costruito dall’autore dell’articolo”.

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