Il Regno Unito ha abbandonato il programma Erasmus definendo eccessiva la richiesta dell’Ue di un ulteriore contributo di due miliardi di euro in sette anni per continuare a farne parte. Ma per un analogo programma nazionale soprannominato ‘Alan Turing’, i britannici si trovano a erogare circa 128 milioni di euro all’anno per un progetto con benefici estremamente ridotti. Tasse universitarie? Con Alan Turing c’è il rischio della doppia imposizione.

Se i fondi verranno confermati per i prossimi anni, si parla di quasi un miliardo di euro per un periodo di sette anni, per un progetto estremamente svantaggioso per il mondo della scuola e dell’università in confronto all’Erasmus.

Il tema è tornato al centro del dibattito dopo che un diplomatico britannico, Nick Leake, ha detto in una riunione a Bruxelles a inizio aprile che “gli interessi dei contribuenti britannici sono il motivo per cui abbiamo deciso di non partecipare al programma Erasmus+,” e che i britannici hanno una difficoltà maggiore a “imparare le lingue”.

Ma i numeri per il programma Alan Turing, introdotto a inizio del 2021 quando fu annunciata la rinuncia all’Erasmus, rimangono alti a confronto con i benefici: un documento ufficiale della Camera dei comuni dello scorso agosto parla di 110 milioni di sterline (circa 128 milioni di euro). Per l’anno accademico 2023/2024, circa 25mila persone all’anno hanno beneficiato del progetto tra il 2021 e il 2024.

L’anno dopo il referendum sulla Brexit, quasi 50mila persone hanno beneficiato del programma Erasmus dal Regno Unito verso altri paesi e viceversa, come scritto nel report annuale della Commissione europea – il programma Alan Turing non include la mobilità di studenti stranieri nelle università britanniche come accadeva sotto Erasmus.

Inoltre, un aspetto particolarmente critico del programma britannico, dedicato al matematico inglese che decodificò i codici nazisti durante la Seconda guerra mondiale, è rappresentato dalla possibile esigenza per gli studenti britannici che vi partecipano di sostenere le tasse universitarie sia nel proprio paese che nell’istituzione ospitante all’estero. Il governo britannico non può garantire che non venga imposta la doppia imposizione, rendendo il programma significativamente meno accessibile, in netto contrasto con Erasmus, che esonera gli studenti dal pagamento delle tasse presso l’università ospitante.

L’Erasmus è un programma da 26 miliardi di fondi europei per il periodo 2021-2027 che promuove principalmente scambi tra studenti universitari in Europa e in alcuni casi in paesi extra-europei. Insieme agli studenti di scuole e università, lo staff scolastico e universitario può prendere parte al programma – pratica non prevista per il programma Alan Turing. I finanziamenti Erasmus sono destinati anche a specifici progetti universitari, all’avviamento professionale e al settore sportivo. Questa ampia applicazione fa sì che l’Erasmus, più che un programma, sia un’ampia “rete” di fondi e iniziative di lungo periodo.

Un importante elemento strategico che differenzia Alan Turing da Erasmus: il programma Alan Turing, pone al centro dei suoi obiettivi la promozione della cosiddetta “Global Britain”, un concetto che spinge degli scambi internazionali con una forte centralità della nazione – una ideologia che non è presente nel programma educativo Erasmus, una ‘rete’ di fondi e progetti che ha al centro il continente europeo.

Già nel febbraio del 2019 la Camera dei Lords aveva raccomandato al governo britannico di rimanere nel progetto Erasmus, poiché eventuali tentativi di rimpiazzare il programma europeo con uno nazionale dello stesso livello sarebbero stati estremamente impegnativi. I pronostici sono stati infatti confermati da un programma con limiti significativi e costi comunque elevati.

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