Intrappolati a oltre 30 metri di profondità, in quella sorta di grattacielo rovesciato che è la centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi sul lago di Suviana. Sono ancora lì sotto, dopo l’esplosione che ha provocato l’ultima strage sul lavoro, quattro dei 15 operai che stavano lavorando alla messa in opera della turbina dopo alcuni lavori di ammodernamento. Le speranze che siano sopravvissuti sono ormai ridotte al lumicino: “Non chiudiamo la speranza, ma trovarli vivi sarebbe un miracolo“, ha detto il portavoce dei Vigili del fuoco. Con tutti i mezzi possibili, i soccorritori continuano le ricerche tra le mille difficoltà: la “visibilità zero” in acqua, l’allagamento che si allarga e sta risalendo di piano in piano. Tutto rallentato.

Le ricerche dei quattro dispersi da parte dei soccorritori sono riprese tra le 20 e le 20.30, dopo ore di interruzione per rischi eccessivi. “Quelle strumentali, con robottino, non sono mai state interrotte. C’era un rischio idraulico grave che abbiamo risolto svuotando la condotta dalla pressione dell’acqua e ora possiamo procedere in sicurezza con il personale” ha confermato a LaPresse il comandate provinciale dei vigili del fuoco di Bologna, Calogero Turturici, spiegando che le ricerche proseguiranno ai piani -8, -9 e -10 dell’impianto.

I sommozzatori della Guardia di Finanza avevano fermato le ispezioni interne e i vigili del fuoco hanno a lungo parlato di scenario “difficilissimo” anche perché “non sappiamo da dove arriva l’acqua”. È necessario “capire perché l’acqua continua ad alzarsi, finché non abbiamo capito questo l’operazione è a rischio”, aveva spiegato il responsabile della comunicazione dei Vigili del fuoco, Luca Cari, sottolineando il rischio di “essere raggiunti da una valanga d’acqua“. Solo in serata le ricerche sono riprese a pieno ritmo perché, come spiegato dal comandante provinciale dei Vigili del fuoco, è stato “stabilizzato il rischio idraulico all’interno del pozzo” dove una “condotta premente poteva essere un rischio inaccettabile” per i soccorritori.

Nel frattempo Enel ha abbassato il livello del lago di Suviana “per consentire ai Vigili del fuoco di fare una migliore ispezione delle opere che sono poste nell’impianto stesso”, ha spiegato la vicepresidente dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo. Il livello del lago è stato abbassato di circa un metro, si potrà arrivare fino a 5-7 metri. Enel sta poi prelevando con una ditta specializzata gli olii presenti all’interno della vasca in cui operano i vigili del fuoco. Poi proseguirà il lavoro delle idrovore per togliere l’acqua dall’interno della vasca.

La ricostruzione e i 4 dispersi – Tutto inizia attorno 14.30 di martedì quando le sponde del bacino artificiale di Suviana vengono scosse da un boato: un trasformatore collegato a una turbina esplode durante i lavori di messa in opera dei nuovi impianti. Tutto avviene tra il piano sotterraneo 8 e quello 9 della centrale, a oltre 30 metri sottoterra. Della squadra di 15 operai, in 8 vengono riportati in superficie: 5 di loro sono feriti gravi, uno dei quali in pericolo di vita, tre invece sono già morti (hanno dai 36 ai 74 anni). All’appello ne mancano ancora quattro: hanno fra i 37 e i 68 anni. I loro nomi sono stati confermati dalla Prefettura di Bologna: si tratta di Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano; Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Pontedera; Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Mestre e Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli.

Il testimone e le indagini – “Ho visto la fiammata e poi il fumo, ho sentito lo scoppio. Io tutto bene ma purtroppo è successo questo”. È il racconto che un superstite, Pierfrancesco Firenze, ha fatto alla moglie, Emilia Ferdighini, accorsa sul luogo della tragedia. “Era fuori con altri due suoi colleghi. Era un po’ sotto choc: si conoscono un po’ tutti qua”, aggiunge la donna. La sua testimonianza, insieme a quella degli altri sopravvissuti e alle consulenze tecniche che verranno disposte dalla procura di Bologna saranno decisive per ricostruire quanto è avvenuto dentro la centrale. Al momento gli inquirenti hanno aperto un inchiesta ipotizzando i reati di disastro e omicidio colposo. Non ci sono state iscrizioni ma, come già detto martedì dal procuratore capo Giuseppe Amato, nei prossimi giorni sarà necessario procedere con alcune iscrizioni “tecniche” nel registro degli indagati così da poter procedere con i primi accertamenti irripetibili.

Le denunce dei sindacati – Intanto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, denuncia che “un anno fa” la sua organizzazione sindacale “denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza”: “Ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia. E non sono incidenti, quando non ci sono interventi si tratta di omicidi”, ha detto in un’intervista a Rtl 102.5. “La nostra organizzazione sindacale aveva scritto dicendo che c’erano procedure e sistemi da migliorare. Purtroppo non ci sono state risposte”, ha aggiunto il segretario della Uil.

Il segretario della Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli, spiega che due feriti gravi su tre del disastro della centrale elettrica di Suviana sono dipendenti diretti di Enel: “Quello che è grave è quello che non sappiamo – ha sottolineato il sindacalista – Non si sa quali sono le aziende di cui erano dipendenti i lavoratori esterni. Poi scopriamo che uno è un pensionato di 73 anni, una partita Iva: che mondo del lavoro è?”. Enel Green Power, la società di gestione dell’impianto, ha fatto sapere che “il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo”. Nella centrale, viene spiegato ancora, “erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith”.

La scolaresca in gita – Pericolo scampato, invece, per una scolaresca: pochi minuti prima dell’esplosione nella centrale erano infatti presenti una sessantina di studenti di terza media delle scuole Muratori di Vignola. Avevano fatto una visita alla centrale idroelettrica. Come racconta il Resto del Carlino che ha raccolto anche la testimonianza della preside, Brunella Maria Maugeri, al momento dell’incidente stavano facendo merenda a circa un chilometro di distanza dalla centrale. “Sentendo però un cattivo odore mentre stavano mangiando – ha raccontato la preside – i docenti hanno deciso di fare spostare tutti gli studenti, anticipando la seconda tappa, che prevedeva la visita a Rocchetta Mattei”.

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