Dopo le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto esponenti del Pd a Bari e a Torino, i ‘democrat’ preparano le contromisure e presentano a Napoli un codice di autoregolamentazione per i futuri candidati in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. L’idea sarebbe anche nobile se non fosse che molti dei punti previsti dal ‘codice’ già esistono da almeno 16 anni (il codice etico e la presentazione del casellario giudiziario sono misure che il Pd adotta già dal 2008, ndr). Se ne sono resi conto anche i presenti all’appuntamento che si è svolto a Napoli e in cui veniva illustrata la misura appena messa a punto e presentata alla stampa. “Denunciare voti di scambio o situazioni poco trasparenti – spiega il sindaco di Torre del Greco Luigi Mennella – in effetti dovrebbe essere la normalità, non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottoscrivere un’autodichiarazione in cui ci si impegna in tal senso”. Il regolamento varato dal Commissario del Pd campano Antonio Misiani prevede infatti che i candidati sottoscrivano una dichiarazione in cui si impegnano a denunciare eventuali tentativi di condizionamento, intimidazione, corruzione e concussione. “Alcuni punti in effetti già c’erano – spiega il deputato Pd e responsabile Sud della segreteria nazionale Marco Sarracino – però ci sono delle novità come la presentazione del certificato penale che il Pd regionale, provinciale e i circoli dovranno acquisire prima del termine della presentazione delle liste, inoltre – prosegue – i candidati si impegnano a dare priorità al riuso dei beni confiscati. E’ chiaro però – conclude Sarracino – che il codice in se non è sufficiente, tutto il partito è chiamato ad uno sforzo in più per garantire la massima trasparenza nel processo di selezione delle candidature”.

Nulla di nuovo sotto al sole dem insomma, di certo niente di rivoluzionario in questa ‘operazione trasparenza’. Viene quasi il dubbio che la presentazione del ‘codice di autoregolamentazione’ sia una contromisura dettata più dalla necessità di risanare in fretta l’immagine del partito dopo i recenti casi di Bari e Torino, vicende peraltro ancora in evoluzione ma che sembrano mostrare, in alcune realtà, un sistema clientelare molto radicato, con successi elettorali pagati in contanti, posti di lavoro promessi e accessi privilegiati nelle strutture ospedaliere. “Al codice di autoregolamentazione ci stavamo già lavorando da un po’ – precisa il segretario del Pd partenopeo Giuseppe Annunziata – è solo una coincidenza che sia stato presentato proprio in questi giorni”. A distanza di un anno dal guanto di sfida lanciato da Schlein contro ‘caccicchi e capibastone’ non sembra però essere cambiato molto. “In questo anno siamo stati un po’ vittime della quotidianità che ci ha impedito di costruire una programmazione per intervenire sul fenomeno delle clientele – spiega Saracino – ma la stessa Schlein ha annunciato che dopo le Europee ci sarà una conferenza organizzativa che rivoluzionerà completamente il Pd, ma un segnale forte – conclude – lo daremo già con le liste che presenteremo per le imminenti elezioni europee”.

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