Faticosissimi, e forse infruttuosi, tentativi di fermare temporaneamente la guerra in Medio Oriente. Secondo alcuni media Hamas avrebbe respinto l’ultima proposta di cessate il fuoco avanzata da Israele. Poco prima un esponente del gruppo palestinese ha affermato che era in fase di studio la proposta per un cessate il fuoco di 6 settimane a Gaza. Si tratta della soluzione prospettata dagli Stati Uniti nell’ambito dei colloqui mediati dagli stessi Usa, oltre che da Egitto e Qatar. La proposta ,, nello specifico, prevede sei settimane di stop ai combattimenti in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Ci sarebbe inoltre un parziale ritorno di sfollati nella parte nord di Gaza. Inclusa anche l’opzione di una tregua iniziale di 3 giorni, senza alcun obbligo, per i giorni di Eid el-Fitr, che comincia martedì sera. La fonte di Hamas vicina ai negoziati parla di una tregua in cambio della liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio, a fronte del rilascio al massimo di 900 prigionieri palestinesi oltre alla consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione affamata della Striscia.

Se da una parte il Qatar si è detto “ottimista” e una fonte egiziana ha parlato di “grandi progressi” e di “un accordo sui punti principali tra le varie parti”, Israele ha ridimensionato la possibilità di un’intesa imminente: “Ancora non la vediamo all’orizzonte, la distanza tra le parti resta grande” sebbene alti funzionari israeliani hanno concesso che sono stati compiuti progressi di rilievi.

Nello scorso weekend l’esercito israeliano ha lasciato il Sud di Gaza alimentando le speranze per il raggiungimento di una tregua aggiungere un altro cessate il fuoco. Gli Stati Uniti hanno ribadito la loro opposizione a una grande operazione israeliana Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza, al confine con l’Egitto. Secondo il premier israeliano Benyamin Netanyahu ci sarebbe però già “una data” per il blitz.

L’Egitto intanto allarga la platea dei suoi contatti per favorire il riconoscimento dello Stato palestinese e il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ne ha parlato al telefono con il suo omologo norvegese Espen Barth Eide. Sono già 137 dei 193 membri delle Nazioni Unite quelli che riconoscono uno Stato palestinese. L’elenco comprende molti Paesi del Medio Oriente, dell’Africa e di altre regioni. Tuttavia, lo Stato palestinese non è stato ancora riconosciuto da altri Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, la maggior parte dell’Europa occidentale, l’Australia, il Giappone o la Corea del Sud. Il gruppo arabo alle Nazioni Unite sta attualmente perseguendo una risoluzione per migliorare lo status dei palestinesi da stato osservatore a stato membro.

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