Esplosioni nelle vicinanze della capitale siriana Damasco. Mentre sale l’allerta in tutto il Medio Oriente, con Israele e Stati Uniti che ritengono “inevitabile” e imminente un attacco dell’Iran, in Siria si registrano ancora movimenti di droni ed echi di esplosioni. A riportarlo è Arab News, mentre il sito di notizie Kol Habira riferisce che missili antiaerei stanno colpendo obiettivi non identificati nel nord-ovest di Damasco. Per ora non è nota la fonte delle esplosioni, ma la stazione radio siriana ‘Sham F-Am‘ ha riferito che si sarebbe trattato di un attacco israeliano.

Proprio a Damasco lo scorso primo aprile si è consumato il raid di Tel Aviv sul consolato iraniano che ora fa temere un’escalation del conflitto cominciato sei mesi fa. La guerra di Israele nella Striscia di Gaza compie infatti domenica mezzo anno. Almeno 33.000 palestinesi uccisi, secondo il ministero della Sanità di Hamas, e circa 13.000 combattenti dell’organizzazione terroristica morti, secondo le Forze di difesa israeliane (Idf). Intanto si continua a combattere e una tregua non si vede all’orizzonte. Al Cairo sono in corso tentativi per riprendere i negoziati: nella capitale egiziana è attesa una delegazione di Hamas. La posizione però è sempre la stessa: “Un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell’esercito da Gaza, il ritorno degli sfollati, la libertà di movimento e un serio accordo di scambio di prigionieri”.

Israele recupera il corpo di un ostaggio
Il corpo senza vita dell’ostaggio israeliano Elad Katzir è stato recuperato nel corso di un raid notturno a Khan Yunis e riportato in Israele. Ad annunciarlo è stato l’esercito israeliano. Katzir era stato prelevato dai terroristi nel kibbutz Nir Oz il 7 ottobre. In un messaggio congiunto l’Idf e lo Shin Bet hanno annunciato che, secondo fonti di intelligence credibili, Katzir è stato assassinato dalla Jihad islamica palestinese a metà gennaio. Durante l’attacco del 7 ottobre, assieme a Katzir era stata sequestrata la madre, poi rilasciata il mese successivo. Il padre era invece stato ucciso quello stesso giorno. Katzir era comparso in un video di propaganda della Jihad Islamica diffuso a dicembre e ancora all’inizio di gennaio. L’operazione di recupero del corpo è stata effettuata sulla base delle informazioni fornite dallo Shin Bet e dall’Idf.

Dopo l’identificazione del corpo, la notizia è stata annunciata alla famiglia. “Elad è stato rapito vivo e vegeto dalla sua casa a Nir Oz e fotografato due volte mentre era in prigionia. Avrebbe potuto essere salvato se un accordo fosse stato raggiunto in tempo. La nostra leadership è codarda e guidata da considerazioni politiche ed è per questo che ciò non è avvenuto”, ha scritto sui social Carmit Palty Katzir, sorella di Elad Katzir, accusando il governo di Benjamin Netanyahu. “Elad è stato riportato in Israele la notte scorsa, dopo essere stato ucciso in cattività”, ha scritto su Facebook. “Il portavoce dell’IDF vi parlerà della coraggiosa operazione di salvataggio, che è stata davvero tale. Nella realtà orribile che ci hanno creato, anche questo è un conforto. Elad avrà una tomba a Nir Oz. Non rimarremo nell’incertezza. Il portavoce dell’IDF non vi dirà che il Primo Ministro, il Governo e l’IDF non hanno idea di dove sia tenuta la maggior parte degli ostaggi, vivi o assassinati, né vi dirà che non hanno modo di proteggerli, nemmeno quando sanno dove sono”. “Guardatevi allo specchio e vedete se le vostre mani non hanno versato quel sangue. Avete altri 133 rapiti da riscattare, mondi da salvare”, conclude Carmit Palty Katzir, rivolta ai responsabili politici.

Articolo Successivo

Ungheria, migliaia di manifestanti in piazza a Budapest per protestare contro il governo Orban: “Dimettiti, non abbiamo paura”

next