Lo zero a zero è un risultato ai limiti del raro nella Premier League. Il primo della stagione 2023-2024 maturò il 17 settembre, in BournemouthChelsea, alla quinta giornata. Poi Crystal Palace-Fulham (23 settembre), Crystal Palace-Nottingham Forest (7 ottobre), Liverpool-Manchester United (17 dicembre), West Ham-Brighton (2 gennaio), Everton-Aston Villa (14 gennaio), Brighton-Wolverhampton (22 gennaio), Fulham-Everton (30 gennaio). Il numero nove della serie è arrivato il giorno di Pasqua, in quella che doveva essere la sfidaspettacolo, la seconda contro la terza, l’allievo (Mikel Arteta) contro il maestro (Pep Guardiola). Contrordine compagni: Manchester CityArsenal ci ha regalato novanta minuti di assoluta noia, in un pomeriggio di grande audience europea. E’ finita zero a zero, come in tante domeniche in bianco e nero di Serie A anni Settanta, in cui la regola era primo non prenderle e coprirsi bene le spalle.

Un’enorme delusione, senza “se” e senza “ma”. Il popolo calcistico, allungato sul divano dopo la “mangiata” di Pasqua, si era preparato con l’antipasto di Liverpool-Brighton, finito 2-1 ed emozionante fino all’ultimo secondo, con la coda dell’abbraccio Klopp-De Zerbi e dell’omaggio dell’allenatore tedesco a uno dei suoi possibili eredi sulla panchina dei Reds: “Roberto sta svolgendo un lavoro incredibile. Il Brighton ha venduto giocatori importanti, ha un numero impressionante di infortunati, ma la squadra continua a proporre un calcio bellissimo. Gli ho detto di continuare così, sta capovolgendo il mondo del football. Per superare finalmente il Brighton nelle cinque sfide con Roberto in panchina abbiamo dovuto giocare ad altissimi livelli”. De Zerbi, che alla vigilia ha lasciato intendere che il rapporto con il Brighton è ormai agli sgoccioli, ha ringraziato.

Con queste premesse, ti aspettavi un Manchester City-Arsenal pirotecnico, ma invece il popolo del football, incollato allo schermo con patatine e pop corn, si è addormentato. E’ finita in una russata gigantesca. Le statistiche sono eloquenti: un tiro nello specchio della porta da parte dei campioni in carica di Guardiola, due quelli dei Gunners. L’erroraccio di Haaland nella ripresa è stato lo spot del match. Il City è rimasto a bocca asciutta in casa dopo 47 partite: non accadeva dall’ottobre 2021. L’Arsenal, che nelle ultime otto gare all’Etihad aveva sempre perso e incassato 22 gol, si è consolato con il punto, ma il vero vincitore è stato il Liverpool, ora a + 2 sui Gunners e + 3 sul City.

Al netto delle cifre, la sfida dell’Etihad ha ribadito un concetto: non sempre i portatori di bel calcio riescono a garantire spettacolo. Anche il miglior spartito del mondo, e dal 2009 Guardiola ha la bacchetta in mano, se non viene interpretato ad alta velocità e sviluppando le linee verticali, può incepparsi. Il City ha avuto il 72,5% di possesso palla, ha toccato il pallone 895 volte – contro 440 dell’Arsenal -, ha infilato 700 passaggi – 440 quelli dell’Arsenal -, ma è rimasto al palo. I Gunners hanno fatto una partita di resilienza e il punto è importante per l’autostima di un gruppo che un anno fa franò sul più bello, ma il vero vincitore di questa Pasqua 2024 inglese è il Liverpool. Il gegenpressing e l’allegra follia di Klopp hanno oscurato per un giorno il calcio di chi viene considerato il miglior allenatore del mondo. L’urlo dell’Anfield e il sorriso extralarge, la quiete dell’Etihad e la delusione di Guardiola: stavolta è andata così.

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