La guerra “rischia di allagarsi” ed è “necessario prendere decisioni e attuare correttivi”, rispetto a una difesa sempre immaginata come peacekeeping, “che siano il più possibile efficaci”. La parola riarmo non viene mai pronunciata, ma il senso – tra le righe – è facilmente immaginabile. Così come è quasi scontato che arrivi dall’amministratore delegato di Leonardo, il colosso pubblico italiano del settore della difesa e della sicurezza. Roberto Cingolani, passato direttamente dalla poltrona di ministro della Transizione ecologica a guidare la partecipata dal Mef, affida le sue riflessioni a Quotidiano Nazionale che, senza tanti giri di parole, si intersecano con quelle dei principali leader europei: un sostanziale prepariamoci alla guerra se vogliamo la pace.

“Siamo immobili, mentre intanto la guerra continua a devastare l’Ucraina e rischia di allargarsi. È come se la vita reale e la vita politica fossero completamente scollate tra loro. La vita reale va molto più veloce, e rischia di travolgerci. La pandemia ci ha fatto capire come una sanità non organizzata secondo principi comuni fosse un pericolo. La guerra ci sta facendo capire la stessa cosa sotto il profilo della difesa. Su questi temi dobbiamo pensare europeo”, ha spiegato nell’intervista a QN.

“La Storia è di nuovo su un piano inclinato”, secondo l’ex ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi. Un negoziato con la Russia? Impossibile, assicura Cingolani: “Non raccontiamoci che si possa davvero trattare con chi non tratta, parlare di regole con chi le regole le calpesta, usare il dialogo con chi invece usa la violenza dell’invasore. La pace va difesa e questo è un impegno di cui dobbiamo farci carico, per la sicurezza di tutti”.

Insomma, sotto il profilo militare “l’Europa è un continente di pace da decenni, e dunque la nostra difesa è stata organizzata sostanzialmente in chiave di peacekeeping. Quello che sta succedendo oggi è una sorta di choc per noi”, continua l’ad di Leonardo. “È come se improvvisamente ci stessimo risvegliando da un sogno, e il risveglio è doloroso e brutale – aggiunge – Per questo adesso è necessario prendere decisioni e attuare correttivi che siano il più possibile efficaci”.

Guardando ai pericoli più immediati, dal punto di vista cibernetico per l’ad di Leonardo “le nostre strutture sia pubbliche che private sono abbastanza resistenti: finora non abbiamo avuto attacchi catastrofici come è successo in altri Paesi” ma “deve essere chiaro che nessuno può dirsi davvero sicuro”. In prospettiva “mancano giovani con preparazione Stem e sono loro che dovranno tenere in piedi le infrastrutture tecnologiche, aggiornandole costantemente. Sono loro il nostro vero investimento sulla sicurezza”.

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