Il presidente Michele Emiliano con le sue parole sul palco di Bari ha fornito un assist al Polo delle impunità. Loro ne hanno approfittato per tentare per lanciare una campagna di fango e diffamazione contro il sindaco di Bari e contro quanti hanno riempito quella piazza. Lo possono fare perché controllano radio, tv, giornali, anzi, tra qualche giorno, si prenderanno anche l’agenzia Italia che un ministro leghista venderà ad un imprenditore e senatore leghista, alla faccia del conflitto di interessi.

Il Tg1 meloniano è arrivato sino ad anteporre le foto di Decaro, con due parenti incensurate del boss, alla risoluzione Onu sul cessate il fuoco. Persino nei tempi più bui della lottizzazione, una simile scelta sarebbe stata impensabile, ti avrebbero accompagnato alla porta a pedate e la redazione si sarebbe ribellata un secondo dopo la messa in onda.

Quello che è accaduto dopo, quello che sta ancora accadendo, è forse più grave dell’assalto al municipio tentato dal ministro Piantedosi. Dopo le manganellate politiche, le manganellate mediatiche.

Spetta alle opposizioni reagire. Chiederanno l’immediata audizione dei vertici Rai?Pretenderanno che il pubblico sia informato su chi è già stato condannato per la trattativa Stato-mafia, per le complicità con la criminalità, per estorsione e peculato? Chiederanno di mostrare tutte le foto e i video che ritraggono esponenti di questo governo con la famiglia Spada, con il boss calabrese, con spacciatori e malfattori di ogni risma? Reclameranno finalmente la trasmissione del programma sulle mafie di Roberto Saviano, programma acquistato e sequestrato, dopo un ordine, ma guarda che combinazione, del ministro Salvini?

Sappiano gli oppositori che i veleni servito in queste ore sono solo l’antipasto di quello che accadrà quando avranno definitivamente blindato Telemeloni, rafforzata dall’alleanza con Mediaset, imbavagliata anche Agi.

Passo dopo passo si sta portando a conclusione il disegno di Licio Gelli su presidenzialismo, Parlamento, magistratura, sindacati e informazione. Invece di appassionarsi ai nomi dei futuri consiglieri di amministrazione, sarà il caso di impegnarsi a mettere insieme quanti ancora hanno nel cuore la Costituzione e non intendo piegarsi alla logica del bavaglio e del manganello. Sarà il caso di farlo ora e subito.

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