“L’impegno del governo Meloni nella lotta alla mafia? C’è soltanto a parole, anzi le azioni sono esattamente contrarie a quelle che sono le parole. La presidente del Consiglio Meloni dice di ispirarsi a Paolo Borsellino, ma la realtà è che stanno distruggendo tutta la legislazione che c’è stata per 30 anni e che ha dato alla magistratura tutte le armi indispensabili per combattere la criminalità organizzata. A parole magnificano le parole di Paolo ma in realtà stanno attentando all’indipendenza della magistratura e stanno smantellando tutto quello che faceva parte del decreto Falcone, approvato dopo la sua morte”. Sono le parole pronunciate a Tg Plus, su Cusano Italia Tv, da Salvatore Borsellino, che critica duramente l’operato del governo Meloni e l’incoerenza della presidente del Consiglio nella lotta alla mafia.

Borsellino aggiunge: “Oggi, fingendo di obbedire alle deliberazioni della Corte di Giustizia europea che riguardano il 41 bis, l’ergastolo ostativo, la legge sui collaboratori di giustizia, si stanno depotenziando questi dispositivi e si sta attentando alla stessa indipendenza della magistratura”.
Bordata anche alla Ue: “Anziché sindacare sulla nostra legislazione antimafia, che è la migliore in Europa se non nel mondo, dovrebbe, al contrario, assumere questa legislazione, perché la criminalità organizzata si è internazionalizzata e per spostare i capitali è sufficiente un click. Quindi, non avere una legislazione comune in Europa per contrastare la criminalità organizzata significa avere perso la lotta in partenza“.

Il fratello del giudice Paolo Borsellino ricorda anche che la mafia oggi ha subito mutamenti: “Oggi è estremamente più pericolosa di prima perché ha cambiato strategia. La mafia oggi è finanza, è corruzione, è invisibile. Quando oggi sento dire che la mafia è stata sconfitta, mi cadono le braccia. È stata tutt’altro che sconfitta. La ‘ndrangheta soprattutto, da questo punto di vista, è molto più invasiva della mafia stessa – spiega – proprio perché fonda la sua azione nelle infiltrazioni all’interno delle amministrazioni. La gente non si rende conto di tutto questo, quindi pensa che il pericolo della mafia sia svanito. E invece, anche se non ci sono più morti, è estremamente più pericolosa di quanto non lo fosse negli anni delle stragi“.

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