A Carlos Sainz vanno fatti gli applausi, per tanti motivi. Per comportarsi da signore dentro e fuori la pista, per il rispetto verso la Ferrari nonostante un addio quasi alle porte. Ma anche per essersi preso una vittoria a Melbourne senza storie, dopo che Verstappen è stato costretto a dire addio con il freno posteriore destro in fiamme. Per lo spagnolo quello dell’Albert Park è il terzo successo della carriera: se l’è preso con forza, orgoglio e stampando un ritmo spaventoso, anche se ancora convalescente dall’operazione all’appendice che lo ha costretto a saltare il gran premio di Jeddah. Al termine della gara è uscito con fatica dalla monoposto: il dolore c’è ancora, messo però di lato da una prestazione impareggiabile per tutti. Anche per un mesto Leclerc, che ha dovuto accontentarsi del secondo posto — per la Ferrari la doppietta mancava dal gp del Bahrain 2022 — ammettendo cavallerescamente la vittoria di Sainz: “Oggi era troppo veloce, non ho mai creduto di raggiungerlo”. Ma la sua faccia era tutta un programma.

Leclerc, mesto secondo. Verstappen non si ritirava da due anni – Già, il monegasco non ha reagito con grande gioia al secondo posto. Specie perché il compagno di squadra, pronto a lasciare Maranello, è sempre stato avanti senza storie, mentre lui ha sofferto troppo dopo il primo pit stop per inserire le gomme dure. Sainz è volato fino al traguardo, riuscendo a prendersi la seconda vittoria concessa dalle briciole lasciate da Verstappen negli ultimi due anni: Singapore l’anno scorso, ora l’Albert Park. Il campione del mondo si è ritirato, dopo essere arrivato al traguardo per 43 gare consecutive. Non capitava da due anni, proprio dal gp d’Australia 2022, quando fu costretto al forfait per un problema alla power unit. Pérez ha chiuso a 56 secondi da Sainz e questo dimostra quanto in Red Bull un pilota (Verstappen) sia un alieno mentre l’altro molto più umano. Anche se a Melbourne la sensazione di molti, non troppo campata per aria, è che la Rossa ne avesse molto di più, anche dell’olandese. Una vettura sempre veloce e costante, più affidabile della RB20. Un ottimo segnale del confortante lavoro che il team principal Vasseur sta facendo insieme alla squadra per recuperare il terreno perduto.

Ferrari, è la scelta giusta aver salutato Sainz? Ora merita la Red Bull – Ma se finalmente si sta rivedendo una buona Ferrari in pista, viene da chiedersi se l’addio di Sainz sia giusto. Hamilton sta deludendo nei risultati, è al momento senza motivazioni ed è lontano parente del pilota di tre anni fa. Sainz invece vola appena la macchina c’è, ed è nel miglior momento della sua carriera, anche se troppo spesso è stato ingiustamente sottovalutato. Si è fatto trovare davanti a Leclerc in classifica nel 2021 (al suo primo anno in Ferrari), ha sofferto il cambio di monoposto con il nuovo regolamento tecnico introdotto l’anno seguente, ma ha lavorato ed è cresciuto prendendosi tre vittorie da applausi (considerando anche Silverstone 2022). La speranza, ora, dev’essere quella di vederlo a bordo di una vettura competitiva. Magari proprio in Red Bull, per prendersi la rivincita dopo gli anni non felici a Faenza con la Toro Rosso (oggi Racing Bulls) caratterizzati dalle scintille con il compagno Verstappen. Lo spagnolo ritroverebbe proprio l’olandese. Pérez invece ha il contratto in scadenza a fine stagione e il team non può permettersi più un pilota come lui, costretto sempre a rimontare per prendersi più punti possibili. Ecco perché prendere Sainz sarebbe la scelta giusta.

Le altre: disastro Mercedes, ottima McLaren – Al di là del dominio Rosso e di un Pérez lontanissimo, il gp di Melbourne dice che la McLaren è davanti a Mercedes e Aston Martin. Terzo e quarto hanno chiuso Lando Norris e Oscar Piastri, costretto all’ordine di scuderia e a lasciare il posto al compagno britannico, deluso nell’animo e nella voce per non essersi preso il podio di fronte al pubblico di casa. Per la Mercedes invece la gara è stata un autentico disastro: Hamilton fuori al via, Russell nell’ultimo giro ha distrutto l’auto contro le barriere. Buona la giornata per le Aston Martin, che hanno chiuso con Alonso e Stroll al sesto e settimo posto. Anche se lo spagnolo è stato convocato dagli steward per un possibile “brake testing” proprio nei confronti di Russell. L’accusa, lanciata dall’inglese, è che “Nando” abbia frenato 100 metri nel tratto tra le curve 6 e 7, mandandolo così fuori. Per la Racing Bull, con Yuki Tsunoda, sono arrivati i primi punti in stagione (e della storia, se si considera il cambio di nome del team). Buona anche le Haas di Hulkenberg (9°) e Magnussen (10°). Male Alpine, Sauber e la Williams di Albon, che ha corso con la vettura di Sargeant (rimasto fuori dal GP) senza però andare a punti, terminando 11°.

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