Durissima invettiva del segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in occasione del convegno di Avs ‘Il coraggio di osare’, tenutosi a Firenze. Il deputato smonta la politica estera del governo Meloni e della Unione Europea, soffermandosi sulla guerra in Ucraina e sui massacri a Gaza.
Fermatevi – ripete più volte Fratoianni – La strategia dell’escalation e delle armi in Ucraina non ha funzionato e peggiora ora dopo ora. Lo capisce anche un bambino che una guerra totale con la Russia implica non solo il rischio, ma anche la certezza di una catastrofe nucleare. E allora fermatevi in Ucraina e si imponga lo spazio di una trattativa. E fermatevi anche a Gaza. Fermate la strage, il genocidio, il massacro, l’orrore. Fermatevi, cessate il fuoco e ponete fine a questa violazione sistematica del diritto internazionale”.

Fratoianni menziona la sua missione al valico di Rafah insieme a una delegazione di parlamentari di Avs, del Pd e del M5s: “Il 3 marzo il dirigente dii area dell’Oms ci ha detto che esistono delle parole codificate per connotare la gravità di una crisi umanitaria e che la parola che descrive l’ultimo stadio è ‘catastrofe umanitaria’. Quel dirigente ci ha detto che per Gaza quella locuzione è usata già da 3 mesi – spiega – poi non ci sono più altri termini per descrivere quello che succede. Quel giorno sono morti 12 bambini per disidratazione e per i successivi 6 mesi erano attesi 85mila morti ulteriori non solo per le bombe, ma anche per la fame, per la disidratazione, per le epidemie”.

E aggiunge: “Non fanno passare i camion umanitari, hanno addirittura impedito l’ingresso delle merendine di cioccolato, perché secondo l’esercito israeliano “sono pericolose”. Forse perché da quando Gaza è occupata, cioè da sempre, non si può fare niente senza il permesso dell’esercito israeliano che addirittura controlla il numero di calorie che quotidianamente entrano a Gaza. Il cioccolato per loro è un bene di lusso, forse questo è il problema – continua – Ci si chiede ‘come mai c’è quest’odio’? È successo che di fronte a ogni tentativo di resistenza palestinese, la risposta israeliana è stata la violenza, l’usurpazione, la violazione del diritto e della dignità di un popolo intero, delle sue speranze e del suo futuro”.

Fratoianni si rivolge quindi al governo Meloni: “Basta con la retorica, non ne possiamo più. La prima volta che Meloni è venuta in Aula a parlare del conflitto israelo-palestinese ha detto che il governo era per i due popoli e due Stati e che Israele aveva diritto a difendersi nel rispetto del diritto internazionale. Io mi sono dichiarato concorde. Poi è tornata 20 giorni dopo in Parlamento e ha detto le stesse cose. Poi 40 giorni dopo ha detto le stesse cose e ancora 2 mesi, 3 mesi, 4 mesi dopo fino a mercoledì con le ennesime comunicazioni in vista del Consiglio Europeo: ha detto le stesse cose. E io gli ho detto: ‘Mi scusi presidente, si è accorta che il dritto internazionale umanitario è stato travolto e smantellato? Quanto ancora dobbiamo aspettare?’“.

Il parlamentare spiega: “A Gaza il 75% delle infrastrutture civili è stato raso al suolo, sono stati uccisi 32mila palestinesi di cui il 65% sono donne, bambini e persone vulnerabili. Di solito nelle guerre le percentuali sono rovesciate: nei conflitti il 65% delle vittime sono di solito giovani, maschi, in età di combattimento e non necessariamente militari. Allora per favore basta retorica, basta ipocrisia, basta doppiopesismo. Presidente Meloni – continua – non venga più in Parlamento a dire che questo governo è per i due popoli e i due Stati, per poi dare ordine due minuti dopo alla sua maggioranza di bocciare le risoluzioni con cui l’Italia riconosce lo Stato palestinese. Risolve il problema? No, ma aiuta. Non può dire ‘due popoli e due Stati’ se non riconosce uno dei due”.

Fratoianni sottolinea: “E poi può fare un’altra cosa, presidente Meloni: ripristini i fondi all’Unrwa, che è fatta di 30mila dipendenti che da 75 anni assistono non solo i profughi ma anche 5 milioni e 800mila palestinesi dispersi in tutta l’area del Medioriente. L’Unrwa è la spina dorsale dell’assistenza. L’Italia ha tolto i finanziamenti perché 12 dipendenti su 30mila sono stati accusati di aver partecipato agli attentati terroristici di Hamas. L’Unrwa – continua – li ha licenziati subito e ha dato risposte puntuali ai paesi donatori che, infatti, progressivamente hanno ripristinato i finanziamenti: da diversi paesi della Ue al Canada e all’Australia. L’Italia no. Alla mia richiesta diretta su questo, la Meloni mi ha risposto: ‘Non lo faremo’. Qual è la logica di questa scelta, se non l’ipocrisia, la vergogna, l’ignavia di un governo che giorno dopo giorno con queste scelte si rende corresponsabile dei crimini di guerra che minuto dopo minuto si accumulano a Gaza?”.

Il segretario di Si conclude citando la petizione di Avs, arrivato a oltre 130mila firme, per dichiarare Netanyahu criminale di guerra e per fermare il genocidio palestinese: “Le tantissime adesioni sono il segno che in Italia, e non solo, crescono la solidarietà al popolo palestinese e lo sdegno di fronte a quello che vediamo ma anche il bisogno di una reazione, di una mobilitazione, di una iniziativa“.

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