Nuova udienza per il femminicidio di Giulia Tramontano per cui è sotto processo Alessandro Impagnatiello, padre del bimbo che la donna aspettava. “Giulia era propensa a interrompere la gravidanza perché non voleva vedere negli occhi dei figlio quelli di chi le aveva provocato tanto dolore e le aveva detto tante bugie” ha raccontato in aula Chiara Tramontano, la sorella della vittima, ai giudici della Corte d’assise di Milano.

Chiara, ha ripercorso, passo a passo quella relazione fin da subito difficile tra la sorella e Impagnatiello. Ha ricordato del giorno in cui, con i lucciconi, lei aveva mandato la foto del test di gravidanza “positivo” ma il giorno dopo le disse che “era una brutta notizia perché il bambino non era gradito” dal padre. “Lei si era sentita già madre – ha aggiunto – ma avrebbe proceduto a contattare il medico di base per l’interruzione di gravidanza”. Alla fine dopo un secondo ripensamento il bimbo venne tenuto, Giulia lo avrebbe anche “cresciuto da sola” . E il padre le assicurò il sostegno. “In quel momento c’era bisogno di solidità – ha detto Chiara – e invece il terreno era fragile. Con un bambino in arrivo bisognava essere responsabili”. Impagnatiello in gabbia, ha quasi sempre la testa bassa.

L’altra donna chiese alla sorella se pensava che Giulia potesse essersi suicidata – Un racconto molto sofferto quella di Chiara Tramontano in aula: “Lui le diceva che era pazza che aveva perso la ragione, che i tradimenti erano sue paranoie, che era folle perché voleva controllarlo. Le ha fatto credere che fosse pazza che vedesse indizi di tradimenti, ma quei tradimenti ci sono sempre stati”. Per la donna era una relazione ”malata, a senso unico” e finita con le 37 coltellate del 27 maggio del 2023, all’indomani dell’incontro tra la giovane incinta del piccolo Thiago e l’altra donna di Impagnatiello. “Domenica 28 maggio mi chiama una ragazza e mi racconta tutta la storia, mi dice ‘sono la fidanzata di Alessandro Impagnatiello’. Mi crollò il mondo addosso. Disse che sabato (il giorno prima, ndr) ho contattato tua sorella per dirle che eravamo le fidanzate dello stesso uomo. ‘Ho comunicato tutto a tua sorella, anche della mia gravidanza che ho dovuto interrompere’” aggiunge nella sua testimonianza davanti al tribunale di Milano.

“Noi vorremmo solo arrenderci e piangere ma non possiamo – “Era una quantità di informazioni difficile da elaborare, mi chiedeva se avessi sentito Giulia, mi chiese ‘pensi che tua sorella possa essersi suicidata? Te lo chiedo perché Alessandro mi ha detto che lei era bipolare, che aveva tentato più volte il suicidio e che le stava accanto per quello. Negai tutto, lei era spaventata che lui avesse potuto fare del male a mia sorella” racconta Chiara che chiede alla giovane di raccontare tutto ai carabinieri di Senago che erano già in contatto con i suoi genitori. Quello è uno dei pochi momenti in cui Chiara chiama l’imputato: “Gli chiesi incessantemente dove era Giulia, lui al nome dell’altra donna era furioso. Affermò che il sabato sera era rientrato dal lavoro e mia sorella era andato a letto, lei di notte si era alzata per andare a comprare delle sigarette e poi la domenica mattina, intorno alle 7, prima di andare a lavoro lei era a letto che dormiva”. Una bugia: Giulia era già morta.

Dal banco dei testimoni la ragazza ricorda le ricerche della sorella, gli appelli sui social, e il ‘silenziò invece dell’imputato che, davanti alla stazione dei carabinieri. “Mi disse che avrei dovuto mettere da parte i miei dissapori per lui, che avremmo dovuto fare squadra, mi inveì contro davanti ai carabinieri e io non avevo neanche aperto bocca. Noi figli diventiamo figli che devono pensare ai propri genitori. Dobbiamo andare avanti, non ci saranno più festeggiamenti, ma solo lavoro-cimitero, lavoro-cimitero. Paradossalmente noi vorremmo solo arrenderci e piangere – ha affermato – ma non possiamo, non possiamo per loro, per i nostri genitori perché è dalla tua forza di figlio che loro avranno la loro forza di genitori”. “Ci facciamo forza, siamo uniti più di prima, siamo noi che dobbiamo andare avanti, siamo noi che dobbiamo accettare che lei non ci sarà, non ci saranno altre feste”, ha aggiunto.

“Tutto quello che mangiava aveva uno strano sapore” – Come è merso dall’autopsia l’imputato avvelenava la giovane incinta da mesi. La sorella ha infatti raccontato: “Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo, in ogni cibo odore strano, diceva a mia madre che il latte il giorno dopo che lo aveva aperto aveva un sapore strano. In ogni cosa trovava un sapore strano”. La testimone ha raccontato di acqua che odorava di “candeggina” e dei costanti dolori allo stomaco della sorella. “Beveva tante tisane – ha aggiunto – ma non trovava sollievo”. Impagnatiello è accusato di averla avvelenata per mesi con topicida.

Il tradimento scoperto grazie alle cuffie Airpods – Giulia Tramontano aveva scoperto il tradimento di Alessandro Impagnatiello “seguendo le cuffie Airpods”. Seguendo gli spostamenti degli auricolari, si accorge, ha spiegato Chiara Tramontano, di “tappe anomale”. Tra la metà e la fine di ottobre 2022, “due mesi prima di scoprire di essere incinta”, Giulia Tramontano “vede che si sono delle tappe anomale” che fa Impagnatiello “durante le pause di lavoro”. “Mi chiama e mi chiede aiuto, so di non essere stata la sola a cui l’ha chiesto – ha affermato – so che ha chiesto anche al fratello dell’imputato”. Giulia aveva chiesto di essere accompagnata e alla sorella dopo racconta: “Non ho trovato che palazzi”. Così scrive a Impagnatiello chiedendo il perché di quelle tappe. Il 30enne le risponde che fa “la pausa sigaretta e pranzo con i colleghi”, ma successivamente racconta alla fidanzata di recarsi in quel posto “per comprare un gioiello, un regalo per lei“. “Mia sorella ci ha creduto perché vi era un posto compatibile” con l’acquisto di un gioiello. Quasi credeva perché c’era un posto compatibile. Successivamente, però, lo stesso Impagnatiello avrebbe confessato alla fidanzata che “aveva ragione sulla localizzazione delle cuffiette Airpods perché l’aveva tradita“.

Il fratello di Giulia: “Continueremo a lottare” – “Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato la possibilità di essere una madre, una figlia, una sorella. Ti amo e mi manchi Giulia”. Sono le parole postate sui social da Mario Tramontano, il fratello della vittima. L’uomo oggi è di nuovo in aula alla ripresa del processo in cui è imputato per omicidio. “Siamo qui per te e Giulia, siamo qui per te Thiago, – ha scritto la madre di Giulia su Instagram – Siamo qui e lo saremo sempre, oggi ti vedo ovunque in questa Milano che non mi appartiene, ma che tu amavi”.

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