La decisione del Consiglio di Istituto di concedere un giorno di vacanza in occasione della fine del Ramadan, il 10 aprile, all’istituto comprensivo Iqbhal Masih (asilo, medie ed elementari) di Pioltello, provincia di Milano – per cui per la prima volta in Italia i bambini della primaria e della secondaria effettueranno un giorno di riposo in concomitanza dell’importante festività musulmana – sta destando molte polemiche, non tutte provenienti dalla Lega o da FdI, ma mi trova in queste condizioni d’accordo. Questa scuola ha un alto numero di studenti musulmani o provenienti da altre confessioni o religioni.

Propongo quindi di utilizzare un metodo che finora in India, dove vado due volte l’anno da vent’anni per progetti educativi con i bambini e le bambine delle bidonville (vediamo come procederà Modi, l’attuale Primo ministro), ha funzionato e che si può sintetizzare così: la tua festa è la mia festa e viceversa, cosa che del resto da noi accade per il Natale, la Pasqua, i Santi, etc.

In India le feste, come potete immaginare, sono molte; ma le vacanze tra un anno scolastico, come in quasi tutto il mondo, sono molto più brevi dei nostri inutili tre mesi e oltre. Personalmente non trovo niente di sbagliato nel tenere il crocefisso nelle aule, anche se penso che questo simbolo sia triste e preferirei un bambinello sorridente, ma qua siamo già nel campo dei gusti. Attenzione: parlo delle stesse condizioni e cioè un ampio numero di studenti di un’altra religione e con lo stesso metodo di scelta condivisa. Tutto qui, molto semplice quindi quasi impossibile.

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