“Acerbi mi ha detto ‘vai via nero, sei solo un n***'”. Juan Jesus con un post su Instagram smentisce categoricamente la versione fornita da Francesco Acerbi, che ha negato di aver pronunciato insulti razzisti durante il match di Serie A tra Inter e Napoli. “Per me la questione si era chiusa in campo con le scuse di Acerbi e sinceramente avrei preferito non tornare su una cosa così ignobile come quella che ho dovuto subire. Oggi però leggo dichiarazioni di Acerbi totalmente contrastanti con la realtà dei fatti, con quanto detto da lui stesso sul terreno di gioco e con l’evidenza mostrata anche da filmati e labiali inequivocabili in cui mi domanda perdono. Così non ci sto”, si difende Juan Jesus. Che nel suo post aggiunge: “Il razzismo si combatte qui e ora. Acerbi mi ha detto ‘vai via nero, sei solo un n***o’. In seguito alla mia protesta con l’arbitro ha ammesso di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: ‘Per me n***o è un insulto come un altro’. Oggi ha cambiato versione e sostiene che non c’è stato alcun insulto razzista. Non ho nulla da aggiungere”, ha concluso il difensore del Napoli.

Dal chiarimento in campo alle versioni opposte: le tappe del caso
Perché Juan Jesus è stato costretto a intervenire nuovamente sul caso di razzismo, dopo che i due calciatori si erano già chiariti in campo, come lo stesso brasiliano aveva dichiarato ai microfoni di Dazn? Per capirlo bisogna riavvolgere il nastro della vicenda. Tutto accade nel secondo tempo di Inter-Napoli: Juan Jesus si avvicina all’arbitro La Penna per protestare e indica Acerbi. Il labiale è inequivocabile: “Mi ha detto n***o”. I due si parlano in campo, altre immagini mostrano il difensore nerazzurro chiedere scusa al collega brasiliano del Napoli. Lo stesso Juan Jesus a fine partita getta acqua sul fuoco: “Acerbi ha capito che è andato oltre con le parole e ha chiesto scusa. Quello che succede in campo rimane in campo. Lui è un bravo ragazzo”.

La vicenda però non si chiude, perché le immagini nel frattempo hanno fatto il giro del mondo e sollevato la giusta indignazione di molti. La Figc decide di escludere Francesco Acerbi dalla lista dei convocati per il doppio impegno della Nazionale, fornendo come motivazione la tutela della “serenità della nazionale e dello stesso giocatore”. Arrivato in mattinata nel ritiro all’Hotel Parco dei Principi a Roma, Acerbi, come previsto dalla policy interna del Club Italia, spiega al ct Luciano Spalletti e ai compagni di squadra la propria versione sull’espressione razzista segnalata da Juan Jesus. “Ci sono delle cose ancora da chiarire perché da quello che mi ha detto Acerbi non è un episodio di razzismo. Bisogna stare attenti, siamo un pò tutti dentro questi fatti e questi episodi anche quando si denunciano”, afferma il ct nella successiva conferenza stampa.

E anche Acerbi, raggiunto dalle telecamere mentre rientrava a casa, dichiara: “Non ho mai detto nessuna frase razzista, sono molto sereno. Dire un ‘vaffa’ al razzismo? Questo è poco ma sicuro”. Il difensore nerazzurro si difende aggiungendo: “Sono un professionista da vent’anni e so quello che dico, nessuna parola di quel tipo è uscita dalla mia bocca”. Dopo queste parole, però, Juan Jesus si sente nuovamente tirato in causa e decide di denunciare chiaramente quanto accaduto in campo.

Ora le frasi del centrale dell’Inter rischiano di finire sul tavolo della procura federale. Il giudice sportivo, nel caso il referto arbitrale non avrà chiarito l’esatta dinamica, dovrebbe chiedere oggi l’invio a via Campania per un supplemento di indagine. A quel punto il procuratore federale Giuseppe Chinè potrebbe chiamare Acerbi, Jean Jesus e lo stesso arbitro Federico La Penna per valutare l’accaduto. L’episodio può dunque diventare oggetto di una indagine della procura con il rischio anche di una multa e di una squalifica pesante per il difensore dell’Inter. Se l’insulto è di matrice razzista Acerbi rischia anche fino a 10 giornate di squalifica.

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