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“Ogni volta che salgo sul palco il mio cuore è a rischio. Ma l’ultima operazione che ho subito non esisteva 15 anni fa, ho fiducia nella scienza”: le parole di Omar Pedrini

Il rocker si vede costretto a lasciare il palco per motivi di salute, ma non si tratta di un addio alla musica come spiega al Corriere

di Emanuele Corbo

“Per ora devo dire basta, ma per il futuro ho fiducia nella scienza e nell’amore di Dio”. Omar Pedrini si sta concedendo le ultime occasioni per salutare i fan nei club italiani. Poi sarà la volta di una pausa imposta da motivi di salute: “Ho sposato la figlia del mio cardiochirurgo padovano, il dottor Scalia. Proprio lui mi ha detto: da nonno dei tuoi figli sappi che ogni concerto è un rischio” fa sapere al Corriere.

L’artista e frontman dei Timoria come noto da tempo deve fare i conti con un cuore delicato: “Ho scoperto il mio problema cardiaco 20 anni fa e ho già affrontato sette operazioni al cuore, un piccolo record” spiega. “La penultima operazione che ho subito non esisteva quindici anni fa e sto assistendo a passi da gigante della cardiochirurgia. Ecco perché in un angolino del mio cuore ho la speranza che tra qualche anno mi dicano che abbiano scoperto qualcosa perché possa ancora saltare e sudare per due ore. Purtroppo ora non è più possibile”.

Questo non si tradurrà di certo in un addio alla musica, come puntualizza lo stesso Pedrini: “Non esiste Omar senza musica, inizia una chitarra dove finiscono le mie dita da quando avevo cinque anni. Ora sto preparando il mio ‘buen retiro’ in Toscana dove produco vino e olio, ma non abbandonerò la musica. Costruirò un piccolo studio per scrivere canzoni, magari per altri, e poi riprenderà le tournée di teatro-canzone”. Stare lontano dal rock vissuto in maniera viscerale sul palco è comunque un dolore e il musicista non lo nasconde. Commuovendosi, infatti, ammette: “È difficilissimo. È più facile affrontare le operazioni al cuore”.

Nel corso dell’intervista spazio anche ai ricordi più belli e quelli meno esaltanti di decenni di carriera. Tra i primi sicuramente “il Premio della critica istituito a Sanremo nel 1991 apposta per noi che poi è rimasto, il concerto dei Timoria a Parigi presentato dal ‘ministro rock’ Jack Lang, l’incontro con Noel Gallagher che mi ha permesso di registrare il disco con la sua etichetta e nei suoi studi”. Nella seconda categoria, naturalmente, i problemi di salute, “la malattia e le sette operazioni: lo sconforto è stato solo nella paura di non poter fare più il mio mestiere” chiosa il rocker.

“Ogni volta che salgo sul palco il mio cuore è a rischio. Ma l’ultima operazione che ho subito non esisteva 15 anni fa, ho fiducia nella scienza”: le parole di Omar Pedrini
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