All’istituto comprensivo Maddalena–Bertani di Genova è pugno duro contro i musulmani che fanno rispettare il digiuno in tempo di Ramadan ai loro figli. Se un bambino di fede islamica, infatti, accusa malori per non aver lo stomaco pieno, la dirigente della scuola è pronta a inviare una segnalazione alla Procura presso il Tribunale dei minori. Una decisione che ha scatenato polemiche tra i genitori e non solo visto che per altri allievi che magari possono star male per non aver mangiato in mensa a causa dei gusti o di altro, non si ha la stesso peso e la stessa misura.

La scelta della dirigente Michela Casareto è stata messa nero su bianco in una circolare pubblicata sul sito della scuola lo scorso 14 marzo: “Gentili famiglie, so che per la religione islamica i bambini e i ragazzi non devono fare digiuno nel Ramadan perché minorenni. Tuttavia, so che alcuni di voi desiderano che i vostri figli lo facciano. Se questa è la vostra scelta, considerate che è molto pesante stare anche otto ore a scuola senza potersi cibare e può essere pericoloso per la salute. Comunque, per non fare attività in palestra, o non mangiare a mensa, è necessaria la richiesta scritta. Se l’alunna/o è presente e non vi è alcuna comunicazione scritta della famiglia, il personale della scuola non può che prendere atto della presenza e comunicarla all’impresa di ristorazione con il conseguente addebito della spesa relativa alla famiglia. Inoltre, un conto è quello che dice il minore, un conto è la decisione in capo al genitore”.

Chiariti questi aspetti burocratici la professoressa Casareto suggerisce le soluzioni da mettere in atto per far fronte a questo periodo in cui gli studenti musulmani devono convivere nel periodo della mensa – considerato dalla Legge tempo scuola – con i ragazzi di altre religioni che pranzano regolarmente: “Da parte della scuola, vedremo di far raggiungere all’alunno una classe che ha un diverso turno di mensa (in modo che possa essere vigilato durante il pasto dei compagni e non veda gli altri mangiare). Ma se una simile possibilità non è percorribile, vi chiederemo di prelevare l’alunno durante il pasto perché venga ricondotto a scuola per la ripresa delle lezioni pomeridiane”.

Infine la questione legale ovvero la scelta da parte della dirigente di non intervenire, qualora un bambino stesse male, allertando – com’è prassi – i genitori o i sanitari (qualora si trattasse di qualcosa di più grave) ma passando persino a denunciare il fatto. Nella circolare, infatti, la dirigente scrive: “Rimane inteso che se gli alunni accusano malori per il digiuno, la scuola è tenuta a intervenire non solo chiamando gli addetti primo soccorso o il numero di emergenza, oltre naturalmente i genitori stessi, ma anche segnalando la situazione alla dirigente per successiva segnalazione alla Procura presso il Tribunale dei minori”.

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