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Lorenzo Licitra racconta: “Io, primo a XFactor nell’anno in cui i Maneskin arrivarono secondi. Ho spento il cellulare per due mesi e mezzo dopo quella sera, ma Damiano mi ha difeso”

Il tenore pop, in teatro nel ruolo di Jesus Christ, si è raccontato al Corriere della Sera

di F. Q.

Arrivare primo a XFactor con secondi i Maneskin e stare a guardare la loro carriera decollare ed esplodere in tutto il mondo? È capitato al tenore pop Lorenzo Licitra che si è raccontato in una lunga intervista al Corriere in occasione del suo ruolo da protagonista, ovvero quello di Jesus Christ, in un musical in scena a Milano (prima di approdare a Roma). “Per molti avevo usurpato il gradino alto del podio. Io stesso ero convinto che avrebbero vinto i ragazzi”, le sue parole. Poi racconta cosa ha vissuto quel giorno: “Quando Alessandro (Cattelan, allora conduttore di X Factor) ha fatto il mio nome sono rimasto senza parole. Avevo vinto, eppure quando ho guardato internet non ho più riconosciuto i miei profili social. Per tanti che si congratulavano, tanti altri attaccavano. Era in atto una polemica mediatica. A lungo mi hanno scritto di tutto. Chi prendeva le mie difese veniva attaccato a sua volta. Ho spento il cellulare: muto due mesi e mezzo”. Non fa fatica ad ammetterlo, Licitra: “È stata dura. Ha influenzato il mio lavoro, le mie giornate. Sono state determinanti la preparazione e la volontà di accettare le sfide: ho sempre studiato parecchio, la voce va allenata fino a 4 ore al giorno e andavo anche oltre. Con lo studio ne sono uscito”. Con Damiano David racconta di aver stretto un ottimo rapporto e di aver apprezzato quando, al tempo, il frontman dei Maneskin prese le sue difese: “Con lui mi sono confidato spesso, ogni tanto mi chiedeva consiglio su proposte e progetti: ‘Tu cosa faresti, cosa diresti?'(…) Quando posso andare ai concerti ci vado. A Milano, ad esempio, li ho visti ad Assago”. Dal bullismo subito per il suo peso (“da adolescente. A 17-18 anni dicevano: la voce va bene, l’aspetto no quindi addio. Li sentivo e rimanevo male. L’ansia mi portava a mangiare in modo disordinatissimo. Sono arrivato a 110 chili (ora sono 70). Finché, entrato in conservatorio a Piacenza, ho deciso: devo guarire, voglio stare bene. Mi sono affidato a un medico. Ho dato un nome al disturbo: bulimia”), al debutto atteso al Milano assieme ad Anggun: “Un’amica e una grande professionista”.

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