Da quando Greta Thunberg, la bambina con le treccine che è diventata più famosa di Pippi Calzelunghe, si è diplomata, ha perso la voce. Da quando ha preso parte al suo ultimo sciopero contro i cambiamenti climatici, metà giugno 2023, è praticamente scomparsa. “Oggi mi sono diplomata e dunque non potrò più scioperare a scuola”, aveva scritto su Twitter. Eppure ne aveva fatte di settimane di sciopero, per l’esattezza 251.

Tracciando un bilancio delle azioni intraprese dai suoi coetanei, Greta ha ricordato che “nel 2019 milioni di giovani non sono andati a scuola per protesta e hanno invaso le strade in più di 180 Paesi”.

Oltre ai suoi scioperi per il clima, l’attivista attaccava regolarmente politici e governi per il loro “immobilismo” sulle questioni climatiche. Intende “passare il testimone ad altri” dopo il “tradimento senza precedenti” dei leader, dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto dell’Ipcc, il gruppo di esperti delle Nazioni Unite. Secondo l’Ipcc, il riscaldamento globale raggiungerà 1,5°C in più rispetto all’era preindustriale degli anni 2030-2035, mentre la temperatura del globo è già aumentata in media di quasi 1,2°C. O i poteri forti le hanno messo il bavaglio?

Dove sei finita Greta? A chiederselo anche il filantropo Amedeo Clavarino che due volte all’anno promuove il convegno “SoS Planet” all’Eco Resort, il Maloja Palace: non c’è più tempo da perdere, bisogna arrivare entro il 2050 a zero emissioni. Allora Armando Milani, tra i più famosi dei grafici della sua generazione (le Nazioni Unite di Ginevra a maggio gli dedicheranno una mostra per il suo impegno umanitario), prende carta e penna. Non per scrivere una lettera a Greta, ma per disegnargliela. Dear… e al posto del nome disegna il pianeta, sostituisce le altre parole con le emoticon.

Questo e molto di più insegna ai suoi studenti del Politecnico e dello Ied (Istituto Europeo di Design) che vengono da ogni angolo del globo per le sue lezioni/conferenze nel suo studio loft di via Nino Bixio. Musica di sottofondo: un soul/house del dj Elean, raffinato sound designer. Appesi alle pareti i suoi slogan di design, iconici, che hanno fatto il giro del mondo. Da brivido quello dove le lettere T del “forgotten continent” si staccano e diventano le croci di un cimitero. I messaggi di Milani sono minimalisti, essenziali, ti colpiscono come un pugno in faccia che non ti aspetti. Un ritorno a sorpresa da New York: nell’atelier Tapis Rouge fa sfilare i suoi tappeti dall’iconica grafica degli anni 70. E’ un incanto guardarli, quasi effetto ipnosi. Li chiama Nirvana per l’anima, Illusione, Connessioni e Inganni spaziali.

Intanto Armando apre l’archivio della sua memoria e ha appena pubblicato “Incontri”, dove sfila il suo red carpet di personaggi: Pelé, Sophia Loren, Woody Allen, Muhammad Alì, Paul McCartney, Umberto Eco. Amico personale degli Agnelli, disegna un bellissimo libro (ma solo per la famiglia, non è in vendita). Dagli anni Duemila inizia a dedicarsi sempre più alla comunicazione sociale, per catturare l’attenzione del pubblico su temi umanitari di forte impatto. Nel 2002 disegna per le Nazioni Unite un poster per la pace diventato un’icona, ancora oggi diffuso in tutto il mondo. Ha insegnato e tenuto conferenze nelle università di tutto il mondo, da Pechino a Berlino. Dice: “La grafica è come suonare il violino, la pubblicità è il trombone…”.

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