“Per l’Ilva ci sono cinque multinazionali interessate a partecipare alla procedura pubblica”. È quanto ha annunciato il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso incontrando, a Genova, i lavoratori e i sindacati dell’ex Ilva. In visita allo stabilimento di Cornigliano, Urso ha detto anche che “qualunque investitore entrerà verrà applicata la norma del golden power, la procedura per cui il governo può porre dei divieti o prescrizioni per garantire il livello produttivo e gli investimenti”. I nomi delle possibili multinazionali interessate, però, non sono stati resi noti.

Nelle prossime settimane “i commissari straordinari dell’ex Ilva dovranno presentare un piano industriale convincente, che dimostri come il prestito ponte da 320 milioni di euro potrà essere restituito nei tempi previsti”, ha aggiunto il ministro Urso: “È una garanzia per i lavoratori del rilancio produttivo dell’azienda. Nel contempo – ha continuato – dobbiamo preparare le condizioni per la nuova procedura pubblica per l’assegnazione degli impianti”.

Intanto emergono nuovi dettagli dell’inchiesta che vede indagati l’ex amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, e l’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Alessandro Labile. Al centro delle indagini della procura pugliese non ci sarebbero solo i picchi di benzene registrati nell’aria di Taranto negli scorsi anni e fino a tempi recentissimi. Come anticipato da La Gazzetta del Mezzogiorno i riflettori sono stati puntati anche sulle manutenzioni, sull’utilizzo di fondi statali e sulla gestione delle ferie e della cassa integrazione. L’obiettivo dei magistrati sarebbe quello di chiarire come sono stati utilizzati i fondi stanziati dallo Stato e se sono stati effettuati o meno i lavori per eliminare le emissioni nocive. La procura di Taranto sta cercando di fare luce anche sull’utilizzo che Acciaierie d’Italia ha fatto degli ammortizzatori sociali. Secondo quanto denunciato dai sindacati molti lavoratori si sarebbero visti trasformare i giorni di ferie e malattia in giorni di cassa integrazione.

L’operato dell’ex direttore dello stabilimento Labile e di Morselli, amministratrice delegata dal 2018 fino a poche settimane fa, si ritrovano sotto la lente dei pm pugliesi. Un fronte apertosi nelle stesse settimane in cui la sua gestione veniva esautorata dal governo che, accogliendo la richiesta di Invitalia, ha fatto scattare l’amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia. Il Tribunale fallimentare di Milano lo scorso 29 febbraio ha dichiarato lo stato di insolvenza della società a causa di una “assoluta assenza” di liquidità di cassa che può compromettere la “sopravvivenza” della società.

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