L’effetto è straniante. Sul palco di Pescara, la premier Giorgia Meloni rimarca più volte l’unità del centrodestra. Da una parte, dice, c’è un centrodestra che quest’anno festeggia 30 anni e che “sta insieme per scelta e non per interesse”, dall’altra avversari che “sono tutti alleati ma si vergognano a dirlo”. Eppure alla fine del comizio, sulle note dell’Inno di Mameli, sul palco l’assenza è pesante. Salgono Rotondi, Tajani, Lupi, Marsilio e Cesa, ma non Salvini che resta nel retropalco e sfugge alla photo opportunity

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