Era il 19 giugno 2023 quando la procura di Padova impugnò 33 atti di nascita di bimbi e bimbe con due mamme dal 2017 in poi. Una circolare del ministero dell’Interno, che richiamava una sentenza a sezioni Unite della Cassazione che in realtà si era espressa sul caso di due papà, imponeva la rettifica degli atti di nascita. E il Tribunale di Padova aveva iniziato le cause per cancellare una delle madri di 37 tra bambini e bambine, la mamme intenzionali. A Padova, a differenza di altre città italiane – la circolare era diretta a tutto il territorio – la procura aveva deciso di agire retroattivamente e impugnare gli atti dal 2017 ad oggi. La procura, forse complice il cambio della guida dell’ufficio, però aveva chiesto l’intervento della Consulta.

Il Tribunale di Padova ha dichiarato inammissibili i ricorsi con cui la Procura aveva chiesto di cancellare il doppio cognome sugli atti di nascita dei bambini e bambine registrati all’anagrafe con il cognome della madre biologica e della cosiddetta mamma intenzionale. La questione sottoposta al Tribunale riguardava la possibilità di riconoscere, come figli e figlie di due madri, i bimbi concepiti all’estero da due donne e poi nati in Italia. “Un passo importante per le bambine e i bambini e le oro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario dei piccoli”, dichiara il sindaco Sergio Giordani che ha continuato a trascrivere i certificati sottolineando che “come sindaco ben lontano dal farne una questione ideologica o di parte, ho il dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini.

Secondo il Tribunale per contestare l’iscrizione dell’ufficiale di stato civile occorre fare ricorso alle diverse e ben più articolate azioni di status (azioni con rito ordinario). Il Tribunale ha anche affermato la piena legittimazione del sindaco del Comune di Padova, quale ufficiale di governo, a partecipare a detti giudizi, in concorrenza con il ministero dell’Interno, e la facoltà del Comune di avvalersi dell’Avvocatura Civica per la rappresentanza in giudizio.

“È una grande soddisfazione – dichiara l’avvocato Michele Giarratano – che il Tribunale abbia accolto la mia linea difensiva, dichiarando inammissibili i ricorsi e confermando di fatto gli atti di nascita con doppia maternità”. “Hanno vinto coraggio e buon senso, contro un accanimento ideologico. Ha vinto la rete di avvocati che ha presentato una difesa inattaccabile- dice all’Ansa Laura una delle mamme – contro un Parlamento dormiente. Hanno vinto i nostri figli, che al momento possono continuare a chiamarci mamme”.

Una decisione, quella del Tribunale di Padova, che a arriva a sorpresa e in netto contrasto quanto ha stabilito solo un mese fa la Corte d’appello di Milano. I giudici lombardi infatti hanno ribaltato la sentenza di primo grado e disposto l’annullamento delle trascrizioni facendo un nuovo appello al legislatore perché intervenga sulla delicatissima materia di bambini figli di coppie omogenitoriali che all’improvviso e per legge si trovano senza uno dei genitori. Nei casi milanesi tre bambini hanno perso la loro mamma intenzionale, non ovviamente quella che li ha partoriti. Questo perché la sezione famiglia della Corte d’appello civile di Milano ha accolto il ricorso della Procura milanese contro i decreti del Tribunale che, il 23 giugno 2023, hanno di fatto ritenuto valide le trascrizioni dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne, nati con procreazione assistita effettuata all’estero.

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