Sono stati in parte annullati i sequestri disposti lo scorso 7 febbraio dalla Procura di Torino nell’ambito dell’indagine sull’eredità di Gianni Agnelli. A quanto apprende l’Ansa, il Tribunale del Riesame piemontese ha disposto la restituzione di alcuni documenti acquisiti durante le perquisizioni dalla Guardia di finanza. I provvedimenti di sequestro erano stati impugnati dai legali dell’ad di Exor John Elkann e del commercialista (e presidente della Juventus) Gianluca Ferrero, indagati insieme al notaio svizzero Urs von Grünigen. “Siamo ovviamente soddisfatti perché è stato affermato un principio giuridico del quale eravamo molto convinti. Il Tribunale ha accolto pressoché integramente il nostro ricorso, disponendo la restituzione della quasi totalità del materiale sequestrato. Manteniamo la nostra tranquillità e la piena fiducia nel lavoro dei magistrati”, commentano i difensori di Elkann, Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re.

L’indagine è stata aperta per accertare l’eventuale reato di dichiarazione infedele dei redditi, in relazione al vitalizio che Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli – morta nel 2019 a 93 anni – percepiva dalla figlia Margherita in virtù di accordi presi nel 2004, nel quadro della successione ereditaria. L’ipotesi dei pm è che la residenza svizzera della vedova Agnelli fosse fittizia: se riconosciuta valida, la teoria avrebbe l’effetto di annullare anche il suo testamento in cui venivano individuati come eredi i nipoti Elkann, redatto secondo il diritto elvetico che non prevede la legittima a favore dei figli. Le difese hanno sostenuto che la quantità di materiale preso in consegna dalla Guardia di finanza fosse sproporzionata rispetto all’ipotesi di reato. Dalla lettura del dispositivo si ricava che i giudici hanno mantenuto in vigore il sequestro di alcuni documenti relativi alle proprietà di “donna Marella”.

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