“I poliziotti impiegati in divisa e con il casco protettivo durante la manifestazione del 23 febbraio a Pisa hanno contribuito fattivamente alla propria specifica individuazione“, le cui risultanze “sono state trasmesse all’autorità giudiziaria”. Lo comunica il Dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno in relazione al fascicolo aperto dalla Procura pisana sui fatti avvenuti venerdì scorso nel centro della città, dove un corteo di giovani pro-Palestina è stato caricato e manganellato dagli agenti dell’Ottavo Reparto mobile di Firenze. Secondo il ministero, dunque, gli uomini presenti in piazza – non riconoscibili per l’assenza, in Italia, di numeri identificativi sui caschi – hanno collaborato alle indagini auto-individuandosi come protagonisti della carica. Una collaborazione che in molte vicende simili è invece mancata dalle forze dell’ordine (su tutte il caso del blitz alla scuola Diaz durante il G8 di Genova).

Giovedì è stato reso noto che la funzionaria dirigente del Reparto, Silvia Conti, è stata rimossa dall’incarico e trasferita. Sabato nella città toscana è attesa un’altra grande manifestazione per chiedere le dimissioni del questore: il corteo, a cui sono attesi migliaia di studenti da tutte le scuole della regione, sfilerà in centro per raggiungere piazza dei Cavalieri, la stessa in cui volevano arrivare i ragazzi pro-Palestina prima di essere manganellati. Venerdì gli organizzatori hanno comunicato il preavviso dell’iniziativa in Questura, ciò che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha rimproverato di non aver fatto ai giovani caricati.

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