La Procura di Pisa ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare eventuali responsabilità degli agenti e della catena di comando, dopo le cariche della polizia contro gli studenti che manifestavano pacificamente per la Palestina. Lunedì saranno avviati gli accertamenti preliminari che dovranno produrre elementi per dare corpo al fascicolo. Intanto a Roma la Rete degli studenti medi del Lazio è scesa in strada per manifestare contro l’operato delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti. Non sono mancati momenti di tensione nella piazza quando un gruppo di ragazzi ha deciso di abbandonare il presidio per andare a protestare direttamente sotto il Viminale, trasformando il sit in in un corteo.

STUDENTI ANCORA IN PIAZZA A ROMA – La Rete degli studenti medi del Lazio si era data appuntamento in piazza Beniamino Gigli, davanti al Teatro dell’Opera e a pochi metri dal Viminale. “Contro le vostre manganellate. Piantedosi dimettiti“, si legge in uno degli striscioni. E ancora cartelli: “Avete le mani sporche di sangue”, “Censura più manganelli uguale fascismo”, “Vogliamo cultura, ci date violenza”, “Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere”. Dalle casse il brano Casa mia di Ghali, in riferimento alla polemica scoppiata dopo l’appello del cantante a Sanremo per lo “stop al genocidio. Dopo una trattativa con gli agenti, una parte degli studenti – un migliaio con bandiere della pace e della Palestina – si si è staccata dalla piazza e ha trasformato il presidio in un corteo che ha raggiunto la sede del ministero retto da Matteo Piantedosi. Ottenuto ‘l’obiettivo’, il gruppo è poi tornato indietro è si è riunito al resto della piazza.

Oltre all’Unione degli universitari, ai collettivi de La Sapienza e anche alcune scuole della Capitale, aderiscono alla mobilitazione anche esponenti di Anpi Roma, Arci Roma e Cgil Roma Lazio. Presenti anche esponenti politici. A iniziare dal leade del movimento 5 stelle, Giuseppe Conte: “Qui c’è poca tolleranza per il dissenso politico e per le manifestazioni di protesta. Si tratta di accertare le singole responsabilità dei funzionari di polizia, ma non siamo qui per protestare contro le forze dell’ordine ma perché ritengo ci sia una responsabilità collettiva del governo che sta alimentando un clima repressivo”, ha detto Conte. In piazza anche Nicola Zingaretti: “Noi e le forze dell’ordine, in ruoli diversi, abbiamo lo stesso compito: difendere la costituzione, la libertà e la democrazia. Per questo denunciamo chi sbaglia, chi viola quei valori e chiediamo di chi è la responsabilità perché deve rispondere non a un partito ma alla costituzione”.

LE INDAGINI – Il procuratore facente funzioni Giovanni Porpora assegnerà l’inchiesta appena avviata a uno dei suoi sostituti, mentre ha già delegato la raccolta delle prove ai Carabinieri. Anche la questura ha depositato un’informativa autonoma corredata dai filmati girati dalla polizia scientifica. Determinanti per lo svolgimento delle indagini saranno i video circolati sui social e quelli girati e acquisiti dai docenti del liceo di fronte al quale si sono verificati gli scontri. Ma verifiche verranno svolte anche sulla catena di comando del dispositivo di ordine pubblico per chiarire chi ha dato l’ordine di caricare e perché. L’avvocato Andrea Callaioli è invece pronto a raccogliere le querele dei genitori dei minori feriti per avanzare un’azione comune e collettiva chiedendo conto delle condotte tenute in piazza dai poliziotti.

Dopo il vertice di ieri in prefettura tra sindacati, prefetto, questore, sindaco e comandanti provinciali delle altre forze dell’ordine l’obiettivo dichiarato è fare accertamenti rapidi e rigorosi per ripristinare un clima più sereno in città dopo le polemiche degli ultimi giorni. Le immagini dei manganelli che si sono abbattuti sulle teste dei giovani manifestanti, molti dei quali minorenni, ha provocato una reazione di sdegno non solo a livello cittadino, con le immagini che hanno fatto il giro anche delle testate internazionali.

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