“La cosa che ha funzionato bene in Sardegna è che, a fronte di una sinistra che di solito spacca l’atomo e trova tutti i modi possibili per non riuscire a individuare un progetto comune, abbiamo deciso che la ricchezza era proprio la diversità ed è lo stesso tipo di percorso che noi dobbiamo fare su scala nazionale“. Sono le parole pronunciate a Non stop news, su Rtl 102.5, dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, circa la possibilità di estendere il progetto comune tra Pd e M5s anche a livello nazionale.
“Abbiamo lavorato insieme per il salario minimo – spiega Todde – Stiamo lavorando su temi legati al lavoro e alla salute. Quindi, dobbiamo perseguire nel progetto complessivo quello che ci unisce e i temi comuni, poi è chiaro che ci siano delle differenze, siamo forze politiche diverse. La cosa importante è non considerare l’altro come subalterno, perché siamo partner con pari dignità e allo stesso tempo dobbiamo lavorare su un progetto forte che possa convincere gli elettori, anche a livello nazionale”.

E si pronuncia sulle prossime elezioni regionali in Abruzzo: “L’alleanza tra Pd e M5s è l’unica strada possibile per riuscire a governare i territori e in Abruzzo andrò in modo molto convinto a fare campagna elettorale per Luciano D’Amico, perché voglio che anche lui abbia tutto il supporto possibile. Tuttavia, la cosa fondamentale da capire è che i territori rispecchiano progetti e problematiche precise, quindi è importante lavorare non in una fusione a freddo – continua – ma su un progetto politico che riesca a convincere gli elettori. E io penso che gli elettori sardi abbiano premiato la modalità di volerci vedere uniti e coesi con una coalizione che ha avuto credibilità e coerenza agli occhi di un elettorato progressista. E la stessa cosa dovrebbe essere fatta in Abruzzo”.

Poi sottolinea: “Schlein e Conte li ho avuti per festeggiare insieme, dopo che i numeri ci hanno dato la concretezza delle elezioni; il fatto di aver festeggiato insieme per me è stato assolutamente importante. Ciò che non volevo era trasformare la Sardegna in un contesto nazionale. La Sardegna ha necessità di essere trattata in maniera puntuale per i problemi dei sardi, non è un laboratorio e i sardi non sono cavie”.

La presidente sarda poi si sofferma sul voto agli studenti fuori sede: “L’ho messo nel mio programma, penso che sia necessario valorizzare i sardi che sono all’estero e nel resto dell’Italia e che vogliono partecipare in modo attivo alla vita della regione. Una cosa che vorrei fare in termini di continuità per gli studenti fuorisede è attivare degli aiuti sociali, mi piacerebbe che il biglietto aereo per uno studente costi come un treno. In particolare, sono favorevole al fatto che si possa votare online e mi piacerebbe anche per le prossime tornate estenderlo alla Sardegna, in modo che tutti possono contribuire alla vita della propria regione anche se lontani”.

Infine, su domanda dei conduttori, torna sulle affermazioni di Briatore, poi smentite dall’interessato: “Ho semplicemente risposto alla domanda di un giornalista che mi riportava una dichiarazione di Briatore, affermazione che sinceramente non ho verificato se fosse vera o falsa. Ho risposto al giornalista che, se fosse stato vero che Briatore non sarebbe più venuto in Sardegna in caso di mia vittoria, era un problema di Briatore e che noi campavamo ugualmente. Sinceramente – conclude – è un atteggiamento che mi ha infastidito e che non capisco, perché penso che sia importante che chi viene in Sardegna debba confrontarsi in maniera leale con chi governa. Vale per tutti e quindi anche per Briatore”.

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