“Uno lo chiama ‘campo largo’, l’altro lo chiama ‘campo giusto’. Mi vengono i foruncoli quando sento queste cose. Scusate ragazzi, se arriviamo al concepimento, lo chiamiamo ‘campo di alternativa’. Quando saremo al battesimo, gli daremo un nome meno campestre. Ma adesso dobbiamo chiamarlo ‘campo di alternativa’”. Così a Otto e mezzo (La7) Pier Luigi Bersani, commentando la vittoria elettorale di Alessandra Todde in Sardegna, risponde a Lilli Gruber che gli chiede lumi sul nome diverso attribuito all’accoppiata Pd-M5s dai rispettivi leader di partito, Elly Schlein e Giuseppe Conte.
L’ex segretario del Pd, grande sostenitore dell’accordo tra dem e pentastellati, risponde anche allo scetticismo del giornalista Aldo Cazzullo che ricorda quando Bersani veniva soprannominato Gargamella da Beppe Grillo e dai 5 Stelle.
“Ma io quando venivo chiamato così – commenta ridendo Bersani – mi guardavo e dicevo: ‘Beh, tutti i torti non li hanno’. Certo che il M5s è nato così contro il Pd, esattamente come il Pd con Renzi ha fatto per anni dei 5 Stelle il nemico principale, perdendo un sacco di voti e facendoli prendere ai 5 Stelle. Dopodiché, se uno mi dice che è impossibile l’accordo tra Pd e M5s, deve anche concludere onestamente la frase dicendo: ‘E allora ci teniamo la destra’“.

E aggiunge: “Io penso invece che per fare un’alleanza bisogna innanzitutto volerla. Tutto il resto è aggiustabile. Non è vero che tra Pd e M5s ci sono così grandi distanze programmatiche che non possano essere normalizzate. Bisogna partire da quello che unisce e rendere compatibile quello che divide . Non aspettiamoci che la destra nel frattempo litighi, non esiste questa cosa qui. Tocca a noi dare al paese un’altra ipotesi. “.

Bersani, poi, si sofferma sulla coalizione di maggioranza: ” Questa destra ha due vicepresidenti del Consiglio: uno sta con Navalny, un altro sta con Putin. Problemi? Zero. Non cadranno mai su questo. Hanno manganellato dei ragazzotti a Pisa. La Meloni sta zitta, Salvini sta col manganello, Tajani, mitico, dice che i poliziotti sono figli del popolo e gli altri sono figli dei radical chic. Ma, Tajani, abbi pazienza: devi far già Berlusconi, il che è faticoso. Ti metti a fare anche Pasolini? Ma il fisico può non reggere“.

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