Il Salone che non c’è più ritorna sotto altre forme, magari simili, ma con dimensioni ridotte all’osso. Mettendo da parte i sentimentalismi, è inutile cercare ancora quello che il tempo e gli eventi (leggi COVID, ma non solo) hanno trasformato per sempre. Ma fa un certo effetto tornare a Ginevra – il salotto buono dell’automotive fino al 2019 – e trovarlo “dimagrito” ai limiti dell’anoressia per le assenze dei maggiori costruttori mondiali: britannici, coreani, giapponesi e tedeschi, i 14 marchi di Stellantis, oltre a Ford, Volvo e la stessa Ferrari, che qui a Ginevra si è sempre sentita quasi come a Maranello. Un vuoto che somiglia a un cratere immenso. Un padiglione (anche ristretto) e un altro pezzo dedicato alle auto storiche, Ginevra 2024 è tutto qui.

RENAULT SCENIC E-TECH AUTO DELL’ANNO 2024. Il tutto, qui, sembra riduttivo. In realtà è la fotografia di quello che abbiamo trovato che pure non è stato così poco. Perché più che Salone di Ginevra, quello in programma fino a domenica prossima 3 marzo andrebbe denominato “Salone Renault”. Merito di quel geniaccio di Luca de Meo che riesce sempre a fregare tutti. Così, sfruttando proprio le assenze altrui ha trasformato Ginevra in una sorta “one brand show”, un lungo monologo Renault. A cominciare dal successo nel Car of The Year 2024 dominato dalla Scenic E-Tech Electric con i suoi 625 km di autonomia premiati dalla giuria di 58 giornalisti in rappresentanza di 22 Paesi: 329 voti contro i 309 della BMW Serie 5 e i 197 della Peugeot 3008 sul podio. Un bis inatteso quello della Scenic, dopo quello del debutto nel 1997. Bis peraltro riuscito anche a Renault Clio (1991-2006), Volkswagen Golf (1992-2013) e Toyota Yaris (2000-2021). È il settimo riconoscimento ottenuto dal brand francese che supera Peugeot e sale al secondo posto dietro solo alla Fiat che ne ha vinti 9.

R5, LA MACCHINA DEL FUTURO. Proseguendo nello show monobrand, poi è arrivata la vettura più attesa, quella Renault 5 E-Tech Electric restituita alla vita quasi per caso, quando lo stesso De Meo tre anni fa vide nascosto su uno scaffale degli uffici di Parigi un modello su scala della Renault 5 realizzato da uno studio di design di Renault stessa e in quell’istante decise di farlo diventare realtà. Detto e fatto, con un anno di anticipo sugli abituali tempi nei quali si realizza una macchina. Ma nuova Renault 5, identica al prototipo che ci era stato mostrato un anno e mezzo fa, non è esattamente o solo un “ritorno al futuro” come molti l’hanno interpretata. Nell’ideale macchina del tempo, la R5 c’è entrata per riportare alla luce stilemi del modello che nel 1972 fece impazzire molti, soprattutto in Italia (in tutto ne sono state vendute 9 milioni) ma ne è uscita fuori una vettura moderna e affascinante, con i suoi tocchi vintage. E che soprattutto verrà offerta nella sua versione base a meno di 25.000 euro. Insomma, quello che ci vuole per cominciare a democratizzare davvero le auto elettriche. Ma Renault 5 potrebbe fare anche di più: ha infatti tutte le potenzialità per raccendere la passione dell’auto nelle nuove generazioni che se ne sono allontanate.

Lunga 3,92 m, larga 1,77 m, con un passo di 2,54 m, ed una capacità di carico di 326 litri, è la prima vettura Renault realizzata sulla nuova piattaforma AmpR Small, nativa per vetture elettriche. Ha una batteria compatta, posizionata in basso e strutturata su 3-4 moduli, per una conseguente diminuzione di peso che, in generale, si mantiene al di sotto dei 1.500 kg. La capacità arriva fino a 52 kWh e 100 kW-105 cv (per un’autonomia di 400 km), molto vicina a quella della Abarth 500e. Ma ci sarà anche una versione con batteria da 40 kWh (300 km di autonomia) e potenze in più di 95 e 120 cv. Inoltre, il nuovo caricabatterie bidirezionale da 11 kW in corrente alternata è compatibile sia con la tecnologie V2L (vehicle-to-load) per alimentare oggetti esterni all’auto, e V2G (vehicle-to-grid, disponibile in Italia prossimamente), per cedere energia alla rete e risparmiare sulla bolletta anche fino al 50% (in Francia). La guida viene annunciata coinvolgente grazie ad uno sterzo diretto ed alle sospensioni posteriori multilink.

La tecnologia, a livello d’infotainment, ha compiuto un deciso passo avanti. Dai display da 7 e 10 pollici rivolti verso il conducente, e poi grazie al debutto di Reno, un avatar che attraverso l’intelligenza artificiale di ChatGPT risponde a comandi vocali naturali e sostituisce il classico libretto di uso e manutenzione senza sovrapporsi all’assistente Google. Fino a gestire il veicolo elettrico dando anche consigli all’utente per le 200 domande più frequenti. Per non parlare degli ADS al top (livello 2 completo) per un’auto di segmento B, Un approccio che tende a semplificarne e ad ottimizzarne l’utilzzo. Tre gli allestimenti, Evolution, Techno e Iconic, 5 i colori disponibili (Giallo Pop, Verde Pop, Bianco Perlato, Nero Etoil e Blu Notte) per finire ai 104 accessori disponibili per le personalizzazioni.

CINA NO-STOP. Oltre la Renault? Diciamo la verità, non c’era molto. Senza dimenticare che i cugini di Dacia hanno fatto rivedere la nuova Spring, la nuova Duster e soprattutto il prototipo Sandrider, la vettura che parteciperà alla Dakar 2025. Il resto era targato Cina. A cominciare da MG che ha portato la sua “piccola”, la compatta, la MG3 Hybrid+, citycar full hybrid garantita 7 anni o 150.000 km. MG3 Hybrid+ è dotata di un motore benzina 1,5 litri da 102 cv (75 kW) a ciclo Atkinson abbinato a un cambio automatico a tre rapporti e di un elettrico da 100 kW (136 cv) con batteria da 1,83 kWh, offre una potenza di sistema di 197 cv (143 kW). Notevole l’effcienza del motore termico che dovrebbe portare i consumi della vettura a 23 km con un 1 litro. E considerando la politica dei prezzi che sta portando avanti MG è presumibile un’offerta davvero allettante per una vettura che negli interni ha due display da 7″ e 10,25″. In più MG a Ginevra ha portato il roadster Cyberster con doppio motore elettrico a trazione integrale con potenza di 544 cv (400 kW) e una coppia massima di 475 Nm per uno 0-100 km/h in 5″2. Infine l’altra novità viene dal brand tutto elettrico di MG iM.
Sempre in tema Cina, non si può trascurare la presenza di BYD, con il suo Denza 9 e N7 (un sottobrand di BYD), un grande Suv che somiglia a un multivan. L’evoluzione ibrida plug-in del Suv Seal U DM-i oltre al restyling della Tang e allo Yangwang U8. Infine la Lucid ha portato a Ginevra la Gravity, un Suv 7 posti che segue quanto visto sulla Lucid Air dal punto di vista stilistico. Una superSuv che sfida la Model X nell’universo premium con 700 km di autonomia. Per tornare a dimensioni più umane, a Ginevra c’era anche la Microlino Lite, in versione da 45 km/h per i quattordicenni. Il Salone che non c’è più ma è sempre a Ginevra finisce qui.