Scintille a Tagadà (La7) tra Gianni Barbacetto del Fatto Quotidiano e Sandro Iacometti di Libero sulle manganellate della polizia agli studenti di Pisa e sulle parole di condanna del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Iacometti ridimensiona la nota del Quirinale: “Nessuno parla del richiamo che aveva fatto Mattarella il giorno prima contro l’incitamento alla violenza, contro l’incitamento all’odio e quindi contro una sinistra e alcune frange della sinistra che spingono per accendere gli animi e quindi per provocare le forze dell’ordine. C’è una situazione in cui si stanno alimentando pulsioni negative. Detto questo – continua – non trovo scandaloso sostenere che chi aggredisce un poliziotto è un delinquente. Le forze dell’ordine non sono neanche dei passanti e quindi qualcosa la dovranno pur fare. Se fanno un blocco e vengono aggrediti, che devono fare? Si devono scansare?”.

Barbacetto commenta: “Io sono sconcertato dalla reazione non soltanto dei politici, ma anche di quelli che dovrebbero essere giornalisti. Di fronte a un fatto puntuale, e cioè che la polizia manganella dei giovani minorenni disarmati che non stavano aggredendo nessuno, qual è la reazione? È: ‘parliamo d’altro’, ‘a sinistra siete violenti’, ‘anche contro i no vax c’erano le manganellate’”.

“Però quando hanno assaltato la Cgil, le forze dell’ordine vi andavano bene”, replica Iacometti.
Insorge la conduttrice Tiziana Panella, che ricorda che quell’assalto, avvenuto il 9 ottobre del 2021 a Roma, è finito con 11 condanne di militanti di estrema destra.
Barbacetto prosegue: “Ormai è impossibile discutere in questo paese, perché, di fronte a un fatto puntuale, invece di rispondere del merito si dice: ‘Ma le foibe’, ‘ma i no vax’, ‘ma le Brigate Rosse’. Siamo alla sindrome del ‘ma allora le foibe?’. Tra l’altro – chiosa – non ho mai sentito un presidente della Repubblica avere una simile reazione. E di fronte a una reazione del genere, c’è una sola via d’uscita: le dimissioni del ministro dell’Interno”.

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