C’era una volta il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, che arrivava perfino a giocare in Europa League. C’era, solo qualche anno fa, il Sassuolo di Roberto De Zerbi, che l’Europa l’ha sfiorata per due stagioni consecutive (2020 e 2021) piazzandosi all’ottavo posto in campionato. E poi c’è il presente neroverde, piombato in un’altra dimensione: quella della lotta per la salvezza, dell’incubo retrocessione. La squadra portata in Serie A dal patron Squinzi nel lontano 2013 era diventata ormai una certezza del campionato italiano. Ora rischia di sgretolarsi di fronte a una stagione nata storta e che rischia di finire peggio. A pagare, come sempre, è l’allenatore: dopo la sconfitta contro l’Empoli, rigenerato dalla cura Davide Nicola, è pronto l’esonero di mister Alessio Dionisi.

“Fa male perdere così perché è una sconfitta inaspettata per l’andamento della partita”, aveva detto il tecnico sabato dopo il 2 a 3 subito in casa contro i toscani. “Bisogna metterci la faccia, assumersi la responsabilità e capire che bisogna venirne fuori con un altro atteggiamento. Dobbiamo capire che adesso il nostro è un campionato diverso“. Parole, queste ultime, che racchiudono il problema del Sassuolo, abituato da anni a coltivare talenti e a veleggiare tranquillo intorno alla metà della classifica. E quando una squadra non è costruita per sgomitare tra i bassi fondi della Serie A, la spirale di negatività rischia di inghiottirla insieme alla fragilità di una rosa giovane.

A forza di vendere i pezzi pregiati (questa estate Davide Frattesi, ma è partito in prestito pure Maxime Lopez), non sempre si riesce a rimpiazzarli con successo. Berardi è incappato in una stagione negativa (forse lui sì andava finalmente ceduto questa estate), Pinamonti e Laurienté non sono mai esplosi, i nuovi giovani – escluso in parte Boloca – non stanno rendendo. L’unica colpa di Dionisi, semmai, è quella di non essere riuscito a trasformare una squadra da fioretto in una con il coltello fra i denti. “Non sono nato ieri, faccio l’allenatore da 10 anni e mi assumo la responsabilità – ha detto sempre il tecnico al microfono di Dazn – Siamo un blocco unito ma certe valutazioni non devo farle io. E’ già iniziato un mini campionato, questo era uno scontro diretto e lo abbiamo perso“. Perché per vincere queste partite, Nicola ad Empoli lo dimostra, servono altre caratteristiche.

Ora il Sassuolo deve provare a fare tabula rasa: la società ha deciso che Dionisi non va bene per provare a centrare la salvezza. Per sostituirlo, circolano i nomi di Davide Ballardini (ancora sotto contratto con la Cremonese), Leonardo Semplici e Fabio Grosso. Avrebbe preso quota però soprattutto la soluzione interna, ovvero la promozione dell’attuale allenatore della Primavera Emiliano Bigica. Un grosso rischio, perché per gestire queste situazioni serve esperienza. Verona e Cagliari sono lì, con il fiato sul collo del Sassuolo, guidate da due tecnici – Marco Baroni e Claudio Ranieri – che nel calcio ne hanno già viste di tutti i colori. La rosa del Sassuolo sulla carta è superiore, ma la lotta per la salvezza è un gioco a parte.

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