Due ore di sciopero nazionale per edili e metalmeccanici, mobilitazioni e assemblee sui luoghi di lavoro per le altre categorie, presidi in molte città da Milano a Bari. È la protesta indetta da Cgil e Uil dopo la strage nel cantiere Esselunga di Firenze. I segretari generali Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri parteciperanno a una manifestazione nel capoluogo toscano a partire dalle 16:30. “Basta parlare di cordoglio”, attaccano le sigle, “è il momento che il governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità. Mai più morti sul lavoro”.

“Le morti sul lavoro non sono mai una casualità ma sono figlie di precise responsabilità, vuoti normativi e leggi sbagliate, a cominciare dalla scelta del governo di non introdurre tutele per gli appalti privati e reintrodurre con il nuovo codice degli appalti il subappalto a cascata, una vera e propria giungla, come nel cantiere della Esselunga di Firenze, dove sembra fossero presenti sessanta imprese subappaltatrici”, sottolineano i segretari generali delle sigle di categoria FenealUil e Fillea Cgil Vito Panzarella e Alessandro Genovesi. “Sul fronte del lavoro nero e sommerso chiediamo più controlli e non norme che programmino l’attività ispettiva garantendo periodi di mancate ispezioni alle imprese”, spiega Panzarella, facendo riferimento alle bozze del nuovo decreto sulla sicurezza annunciato dalla ministra Marina Elvira Calderone. “Sanzioni più severe e il rispetto della norma sulla congruità, ad oggi non oggetto di sanzione per le committenze o le imprese pubbliche o private che non la richiedono e non la attuano. Va introdotto l’obbligo di un badge di cantiere che possa consentire il controllo delle maestranze e degli orari di lavoro. Basta poi con i contratti ‘alla carta’. Chiediamo da tempo che venga introdotta la norma che obbliga le imprese ad applicare i contratti collettivi in base alla reale attività svolta e unicamente soltanto quelli siglati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.

In più il segretario chiede che vengano emanati tutti i decreti mancanti da quando è entrato in vigore il testo unico del 2008, “uno su tutti quello relativo alla attuazione del Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi previsto dall’art.27, con l’introduzione della cosiddetta ‘Patente a Punti’ richiesta più volte dagli edili”. Si tratta di un sistema simile alla patente automobilistica: l’azienda perderebbe punti ogni volta che riceve una sanzione per violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e una volta scesa a zero di vedrebbe chiudere i cantieri e vietare la partecipazione a gare d’appalto e l’accesso a finanziamenti pubblici per due anni. Per recuperare punti il datore di lavoro e il responsabile o direttore tecnico dovrebbero frequentare appositi corsi di formazione. Un secco no, poi alla revisione al ribasso delle ore obbligatorie di formazione prima di accedere in cantiere: oggi sono 16 ma il ministero del Lavoro lo scorso anno ne aveva proposto il taglio.

Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, nel 2022 oltre il 67% delle aziende controllate presentava irregolarità nei rapporti di lavoro, l’83% in materia previdenziale e il 94% in materia assicurativa. A fronte di 82.183 ispezioni totali di Ispettorato, Inps e Inail, sono state segnalate 59.023 irregolarità per un’incidenza del 72% e un totale di 314.069 lavoratori irregolari. Secondo l’Istat, nel 2021 le unità di lavoro (Ula) irregolare in Italia sono state 2,99 milioni in un aumento di circa 73mila unità rispetto al 2020 (+2,5 per cento). L’aumento è stato trainato soprattutto dal settore dei servizi con 2,3 milioni di lavoratori in nero contro i 2,5 milioni del 2020. Seguono industria e costruzioni.

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