Donald Trump e i suoi due figli Donald Jr ed Eric sono stati condannati a pagare 354 milioni di dollari per aver gonfiato gli asset della holding di famiglia allo scopo di ottenere condizioni più vantaggiose da banche e assicurazioni. È la decisione che è stata presa dal giudice Arthur Engoron nel processo civile a New York per frode. Non solo. L’ex presidente americano, attualmente in corsa alle primarie del partito Repubblicano, è stato bandito per tre anni dal fare affari nello Stato di New York o avere ruoli apicali in qualsiasi azienda dell’area. I suoi figli sono stati, invece, banditi dalla piazza d’affari newyorchese per due anni e condannati a pagare una sanzione da 4 milioni di dollari ciascuno.

“Mi ha ordinato di gonfiarlo al livello che arbitrariamente decideva”, aveva dichiarato in aula durante il processo Michael Cohen, l’ex legale di Donald Trump. Ed è proprio dalla testimonianza dell’ex faccendiere del magnate che ha avuto origine l’inchiesta. La procuratrice generale di New York Letitia James ha accusato lui e due suoi figli, Donald Jr ed Eric, di aver gonfiato per un decennio di oltre due miliardi di dollari il valore degli asset della Trump Organization per ottenere migliori condizioni da banche e assicurazioni. Trump ha sempre negato le accuse e i suoi legali, già prima del verdetto, hanno annunciato il ricorso in appello. “Questo verdetto è una palese ingiustizia, New York non è più aperta al business”, ha commentato uno dei suoi avvocati preannunciando ricorrere contro quelli che ha definito “errori catastrofici”.

Si tratta di un colpo durissimo all’impero del tycoon e alla sua immagine di imprenditore di successo nel pieno della campagna elettorale per la Casa Bianca. Per l’ex presidente si tratta della terza condanna in sede civile, dopo i due processi per diffamazione e aggressione sessuale contro la scrittrice Jean Carroll, per i quali dovrà versare complessivamente circa 90 milioni di dollari. Sommati alla sanzione per gli asset gonfiati, si arriva a quasi mezzo miliardo, escludendo le spese legali, anche degli altri quattro processi penali ancora pendenti: una cifra che, secondo Bloomberg, potrebbe ridurre del 15% il suo patrimonio netto creando problemi di liquidità a breve. Inizialmente l’accusa aveva chiesto una sanzione di 250 milioni, elevandola a 370 al termine del dibattimento.

Secondo la procuratrice generale di New York Letitia James, l’intento di Trump e degli altri imputati di frodare mentre preparavano i rendiconti finanziari della Trump Organization è “incontrovertibile“. La difesa ha sostenuto che la valutazione degli attivi del gruppo era soggettiva ma sincera, e che le banche non hanno perso un dollaro ma anzi hanno tratto vantaggio dai prestiti. La legge contestata non prevede tuttavia che sia dimostrato un danno. Interrogati in aula, Trump e i due figli hanno tentato di scaricare ogni responsabilità sui contabili, ma è emerso che erano loro a dare disposizioni.

TRUMP POWER

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