Eppur si muove. Nella lunga battaglia degli ex appartenenti al Corpo Forestale dello Stato, le guardie dei nostri boschi, arriva il primo stop della Corte europea dei diritti dell’uomo. L’alto organismo di giustizia ha infatti messo nel mirino la (contro) riforma Madia-Renzi che impose l’accorpamento del Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri, militarizzando il personale civile e cancellando di fatto uno storico Corpo impegnato nella tutela del territorio.

Qualche giorno fa, l’8 febbraio, la Corte europea ha infatti chiesto al governo italiano di spiegare le accuse mosse da oltre un migliaio di ex Forestali, assistiti dall’avvocato Egidio Lizza, i quali si sentono colpiti dal nuovo assetto che, di fatto, ha smembrato le funzioni del Corpo tra diverse Amministrazioni, regalando all’Arma, su un piatto d’argento, un gioiello dello Stato, con lunga tradizione e competenze. Una operazione di riassesto dei poteri realizzata purtroppo nel quasi silenzio, eppure profondamente impattante negli equilibri più profondi dello Stato. Basti pensare che, se proprio si riteneva necessario un accorpamento, sarebbe stato naturale quello con un organismo non militare come la Polizia di Stato, anziché con l’Arma dove vige per vocazione naturale la propensione alla repressione dei fenomeni criminali e non alla prevenzione come richiede la logica della Forestale: conoscere i boschi e conservarli, prevedendo cattiva manutenzione e soprattutto i devastanti incidenti.

Poi c’è l’aspetto che riguarda il personale, oggetto specifico del ricorso in questione. Immaginate di svegliarvi una mattina e di scoprire che siete diventati militari, con la divisa, le gerarchie e tutto il resto: è proprio quello che è accaduto agli uomini e alle donne della Forestale dopo la Riforma. Via la libertà di associazione, via le regole alle quali erano stati formati (non addestrati, come è in un corpo militare) gli agenti. Era davvero necessaria questa riforma? La Corte Costituzionale italiana si è espressa ritenendo preminente l’interesse ad un risparmio di spesa derivante dall’azzeramento della Forestale (ma ancora tutto da dimostrare) sul diritto degli appartenenti al Corpo ad essere liberi di acquisire o meno lo status di militare. Ma ora la battaglia si sposta in Europa.

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