È “del tutto insussistentela frode fiscale ipotizzata dalla Procura di Torino nel fascicolo nato dall’esposto di Margherita Agnelli sull’eredità della madre, Marella Caracciolo. Lo dichiarano in una nota congiunta gli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, difensori di John Elkann, il primogenito di Margherita, amministratore delegato di Exor, la holding di famiglia. Elkann è indagato insieme allo storico commercialista degli Agnelli, il presidente della Juventus Gianluca Ferrero, e all’esecutore testamentario di Marella, il notaio svizzero Urs von Grünigen. Marella Caracciolo, vedova del capostipite Gianni Agnelli, è morta nel 2019 individuando come eredi i tre nipoti Elkann: John (individuato da Gianni come l’erede della dinastia) Lapo e Ginevra. La loro madre, Margherita, sostiene di essere stata esclusa ingiustamente dalla successione insieme agli altri figli (avuti con il secondo marito, Serge De Pahlen), un’estromissione resa possibile dalla simulazione della residenza svizzera della madre. Il diritto elvetico, infatti, a differenza di quello italiano, non prevede quote obbligatorie del patrimonio riservate ai figli. La figlia di Marella e Gianni ha già impugnato i testamenti in sede civile: la relativa causa è in corso a Torino. L’inchiesta penale, delegata alla Guardia di finanza, riguarda invece l’eventuale occultamento dei capitali al fisco italiano, realizzata simulando la residenza estera: i primi accertamenti riguardano la mancata dichiarazione (nelle annualità 2018 e 2019) del vitalizio di 500mila euro mensili che Margherita versava alla madre in virtù degli accordi presi dopo la morte dell'”Avvocato”, nel 2004.

Ma l’indagine non si ferma qui: i pm stanno verficando se è vero, come sostiene Margherita, che nell’ultima fase della sua vita Marella viveva a Torino – tra Villar Perosa e Villa Frescot – per più di metà dell’anno, e dunque avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia. I legali di John Elkann, però, riconducono la vicenda a un’ossessione della controparte: “In sintesi c’è una mamma che perseguita, da più di vent’anni, in tutte le sedi giudiziarie, facendo anche ampia pubblicità sulla stampa, i suoi genitori e tre dei suoi figli, che non hanno altra responsabilità salvo quella di essere stati gli unici ad aver assicurato alla nonna cura, assistenza e dedizione fino all’ultimo giorno. È quindi ovvio il dispiacere e il dolore personale per essere bersagli di accuse che hanno una simile provenienza”, scrivono. Ricordando che “fino a questo momento tutte le iniziative di Margherita Agnelli non hanno avuto riconoscimento in alcuna sede giurisdizionale, sia essa penale o civile”. La nuova denuncia, sottolineano gli avvocati, “è l’ultima di una lunga serie di iniziative giudiziarie” aventi “lo scopo di disconoscere le chiare volontà dell’avvocato Giovanni Agnelli prima e di Donna Marella Caracciolo dopo”: “la peculiarità” di questo caso specifico, inoltre, è che “Margherita Agnelli non riveste la qualità di persona offesa dal reato, essendo totalmente estranea all’interesse leso dalla contestazione per la quale si stanno svolgendo accertamenti. Si tratta, infatti, di una violazione fiscale, a nostro avviso del tutto insussistente per numerose ragioni di fatto e tecniche”.

Un paio d’ore dopo, la difesa di Margherita risponde con un contro-comunicato: “Siamo confidenti che gli accertamenti in corso facciano luce sui fatti per come si sono effettivamente svolti, non avendo Margherita Agnelli nulla da nascondere. Le sue volontà sono quelle di assicurare un equo trattamento a tutti i propri figli, secondo le norme di legge. Che la tutela di tutti i propri figli possa trovare componimento solo nelle aule giudiziarie non dipende dalla volontà di Margherita Agnelli”, scrive l’avvocato Dario Trevisan. Peraltro, sostiene, “non risulta in nessun testamento di Gianni Agnelli che Margerita Agnelli e i suoi discendenti dovessero essere estromessi da quella parte di asse ereditario a lei mai rendicontato, né risulta che Marella Caracciolo si sia mai effettivamente espressa in tal senso”.

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