Alexsander Ceferin vince a mani basse la partita della modifica dello statuto votata quasi all’unanimità durante i lavori del 48° Congresso Uefa in corso a Parigi, ma sorprende tutti annunciando di non aver intenzione di ricandidarsi nel 2027. “Ho preso questa decisione sei mesi fa, parlandone con la mia famiglia e gli amici più stretti. Sono stanco dei problemi legati al Covid, alle guerre, agli assalti al mondo del calcio. Sono rimasto in silenzio perché volevo verificare il comportamento di diverse persone. Volevo vederle uscire allo scoperto. Io sto bene fuori dal calcio. Ho una bella vita lontano da questo mondo. La modifica dello statuto che avevo proposto rispondeva a due esigenze. La prima di ordine legale. Sono un avvocato: c’erano punti che non erano stati chiariti in modo appropriato sulla questione dei mandati ed era necessario regolarizzare le norme con il consenso del congresso. La seconda è di ordine pratico, ma per quanto mi riguarda, ribadisco che non ho alcuna intenzione di ricandidarmi nel 2027”.

Ceferin ha usato il metodo della lettura di un comunicato in conferenza stampa e si è poi concesso ad appena tre domande. Una strategia che ha contraddetto alcuni passaggi del suo bollettino, in cui ha accusato i media di aver tratteggiato scenari senza tener conto delle sue posizioni. “Sono state scritte cose al buio, senza interpellarmi”. Quando un giornalista, nella prima domanda, gli ha fatto notare che c’era stato ad esempio nel suo caso il tentativo di entrare in contatto con lo stesso Ceferin e con l’ufficio stampa, ma di non aver ricevuto risposta, il presidente dell’Uefa ha sviato il discorso. Ha replicato ad altre due domande e si è dileguato.

Il congresso era andato nella direzione auspicata da Ceferin. L’emendamento proposto riguardava il limite dei mandati, connesso alla natura delle elezioni. Tradotto, il primo mandato parziale di Ceferin, iniziato nel settembre 2016, non andava conteggiato, considerato che la prima presidenza fu votata nel corso di un congresso straordinario. Solo la Football Association inglese ha fatto una reale opposizione: il delegato Mark Bullingham ha mostrato il cartellino rosso. La proposta è passata con 49 voti a favore su 55, consegnando a Ceferin la possibilità di ricandidarsi per il quadriennio 2027-2031, ma l’avvocato sloveno ha deciso di rinunciare.

Dietro alla sua scelta, oltre alle ragioni personali, c’è la battaglia con la Superlega, più insidiosa che mai. Ceferin ha definito “clown” alcuni personaggi del calcio mondiale, ma sa benissimo che la sfida è aperta e rischia di creare problemi seri, vedi una possibile azione legale contro l’Uefa per chiedere un risarcimento dopo le reazioni della federazione europea al tentato golpe dell’aprile 2021 da parte dei sostenitori della Superlega: si parla di una richiesta danni di 3,6 miliardi di euro. La sentenza della Corte di Giustizia europea, che il 21 dicembre 2023 ha bocciato il monopolio dell’Uefa, ha rilanciato il progetto della Superlega, caldeggiato in primis da Real Madrid e Barcellona e dal quale non ha mai preso le distanze l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli.

Ceferin ha usato parole dure nei loro confronti: “Ci sono persone che si presentano come salvatori del calcio, ma in realtà vogliono la sua sepoltura. Sono predatori, un circolo chiuso che pensa di poter comprare tutto. La verità è che questi signori pensano solo ai loro interessi. Vogliono guadagnare di più, distruggendo il calcio. La Superlega è come la mela di Biancaneve. Non si compra la storia, non si compra il merito sportivo. Chi vuole può partecipare a quella che i tifosi hanno già definito Zombie League. Nessuno li sanzionerà, sono liberi di farlo. Noi possiamo fare solo una cosa: essere uniti e cercare di proteggere il calcio da questi assalti”.

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