Cominciano tutti così i boss dello sport, italiano e internazionale: rivoluzionari per salire al potere, conservatori per mantenerlo. L’ultima perla arriva direttamente dal vertice del calcio europeo: il presidente dell’Uefa, l’avvocato sloveno Aleksander Ceferin, 56 anni, è al lavoro per modificare la regola che limita a tre mandati il periodo massimo per tutte le nomine esecutive. La norma da variare riguarda la retroattività della legge in questione. Ceferin fu eletto il 14 settembre 2016, durante il Congresso straordinario dell’Uefa, convocato dopo l’abbandono forzato nel 2015 di Michel Platini, accusato di aver percepito illegalmente due milioni di franchi svizzeri dall’allora presidente Fifa Sepp Blatter. Il 25 maggio 2018 l’ex fuoriclasse della Juventus sarà scagionato dalla giustizia elvetica e l’8 luglio 2022 Platini sarà assolto dal tribunale di Bellinzona dall’accusa di aver truffato la Fifa.

Ceferin fece approvare nell’aprile 2017 una serie di riforme, una delle quali introduceva il limite dei mandati per il presidente e i membri del Comitato esecutivo Uefa. La prima elezione regolare dell’avvocato sloveno avvenne il 7 febbraio 2019, a Roma: una nomina “bulgara”, essendo candidato unico. Il 5 aprile 2023, a Lisbona, sempre da candidato unico, la rielezione. In base alle riforme varate nel 2017, Ceferin dovrebbe chiudere il suo percorso nel 2027, anno in cui terminerà il mandato attuale, ma se la proposta di modifica sarà approvata nel Congresso Uefa dell’8 febbraio 2024 a Parigi, Ceferin potrà ricandidarsi una terza volta e, in caso di conferma, restare al potere fino al 2031. Per l’approvazione dell’emendamento, serviranno i due terzi dei voti su una base di 55 federazioni: la soglia minima è di 36. Ceferin conta di farcela: la posizione netta contro il progetto della Superlega ha aumentato il suo potere e ha oscurato anche lo scandalo dell’inchiesta di un giornalista sloveno, Luka Pers, riguardante la falsificazione del proprio curriculum da parte di Ceferin per potersi candidare come presidente Uefa.

Il colpo di mano di Ceferin è per ora avversato dall’ex amministratore delegato del Manchester United, l’inglese David Gill, vicepresidente e tesoriere Uefa: non è un caso che il Financial Times abbia rivelato nell’edizione di lunedì i contenuti del piano, rilanciati dai media internazionali. Gill è sostenuto da altri membri del comitato esecutivo. L’Uefa ha immediatamente reagito con un comunicato ufficiale: “Il comitato legale ha proposto una serie di modifiche allo statuto che chiariscono alcune disposizioni esistenti per garantire che nessuna sia applicabile retroattivamente, in linea con un principio legale fondamentale. Sia il comitato di governance, sia il comitato esecutivo, hanno approvato le modifiche che saranno ora esaminate dal congresso di febbraio”.

Ceferin gode del sostegno compatto dell’Europa orientale, comprese le federazioni più periferiche, ma per raggiungere il quorum necessario servirà ora una campagna di lobby che agiterà le acque del calcio europeo nei prossimi 50 giorni. Il comitato esecutivo dell’Uefa è composto dal presidente Uefa e da 19 membri, 16 dei quali sono eletti dal Congresso Uefa, 2 sono espressione dell’ECA (associazione club europei) e 1 rappresenta le leghe europee. Tra i quattro vicepresidenti, ci sono l’italiano Gabriele Gravina e il polacco Zbigniew Boniek: i due dirigenti sono in ottimi rapporti con Ceferin. I due rappresentanti ECA sono Nasser Al-Khelaifi (PSG) e Karl-Heinz Rummenigge. Nel 2031 Ceferin, che ha anche la cittadinanza inglese ed è stato molto attivo nella guerra Ucraina-Russia, avrà 64 anni. Non sarà ancora pensionabile, ma in caso di approvazione dell’emendamento l’8 febbraio 2024 a Parigi e di terza rielezione nel 2027 avrà modi e tempi per pianificare il futuro.

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