Gli investigatori sono a caccia di una “talpa” che potrebbe aver aiutato la banda di 15 rapinatori che mercoledì ha rapinato i portavalori vicino a Sassari. Mentre proseguono i posti di blocco in tutta la Sardegna alla caccia del commando che ha assaltato i blindati con tecniche paramilitari, l’inchiesta punta a comprendere se il colpo a i tre mezzi sulla 131, in territorio di Siligo, sia stato facilitato da qualcuno che conosceva gli spostamenti.

Alla rapina, secondo gli inquirenti, hanno partecipato almeno 15 persone portando via un bottino da circa 4 milioni di euro. Durante l’azione si sono registrati 5 feriti tra i vigilantes che si trovavano a bordo dei mezzi e sarebbe rimasto ferito almeno uno dei criminali della banda. Per tentare di rintracciare i banditi, nelle scorse ore sono state effettuate anche diverse perquisizioni, principalmente nel Nuorese.

Stando a quanto ricostruito finora, il commando ha fermato i veicoli in transito sulle quattro corsie minacciando con i kalashnikov gli automobilisti, quindi ha steso delle catene e cosparso chiodi sull’asfalto. A circa due chilometri dai blocchi i rapinatori hanno aspettato il passaggio della colonna di tre blindati della Vigilpol e li hanno fermati con un camion dei rifiuti messo di traverso sulla carreggiata.

I banditi, armati di Ak47, hanno quindi aperto il fuoco sui mezzi colpendo alle gambe una delle guardie giurate. Un altro vigilante, che era alla guida del primo blindato, è rimasto gravemente ferito in seguito allo scontro con l’autocompattatore e al tamponamento degli altri furgoni. Altre due guardie giurate sono rimaste contuse alla testa e al torace, sempre a causa del tamponamento. I rapinatori hanno aperto due blindati e le casseforti con seghe circolari e sono scappati con l’ingente bottino, dopo aver incendiato diversi mezzi per coprirsi la fuga.

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