È finita la fuga di Marco Raduano, il boss della mafia garganica evaso un anno fa dal carcere di massima sicurezza di Nuoro calandosi con le lenzuola. Il latitante, inserito dall’Europol nella lista dei ricercati più pericolosi, è stato catturato giovedì in Francia dopo essere scappato il 24 febbraio del 2023 dal braccio di alta sicurezza del carcere di Badu ‘e Carros.

Il blitz del Ros
A fermare Pallone, come è soprannominato il boss foggiano protagonista di una sanguinosa guerra a Vieste tra scissionisti e fedeli al vecchio boss Angelo Notarangelo, sono stati i carabinieri del Ros guidati dal colonnello Lucio Arcidiacono, che arrestò il boss Matteo Messina Denaro: il 40enne stava andando in un ristorante di Bastia, in Corsica, dove avrebbe dovuto cenare in compagnia di una donna. Le indagini sono state condotte dagli stessi uomini del Reparto operativo speciale, insieme ai colleghi del comando provinciale di Foggia, in collaborazione con la polizia. Ventiquattr’ore prima della sua cattura era stato arrestato a Otura, vicino a Granada, il suo luogotenente Gianluigi Troiano, latitante da quasi oltre due anni.

I documenti falsi e i fiancheggiatori
Entrambi, hanno spiegato gli inquirenti, giravano con documenti falsi italiani e non erano armati. “Le indagini che abbiano condotto ci hanno consentito di arrivare a loro lavorando su un circuito di favoreggiatori”, ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Foggia Michele Miulli. Un’inchiesta che non è chiusa: “Abbiamo ancora altre attività investigative da sviluppare – ha aggiunto – per poter giungere anche all’individuazione e all’arresto di tutta la rete di complicità e di favoreggiatori che gli ha consentito di raggiungere queste due località all’estero”.

Le accuse sulla sua testa
Quando fuggì dal carcere di Nuoro, Raduano era in cella per scontare una condanna a 19 anni ma durante la latitanza la sua posizione si era aggravata con una condanna in primo grado all’ergastolo nel processo Omnia Nostra: il boss è accusato dalla Dda di Bari degli omicidi di Omar Trotta e di Giuseppe Silvestri, oltre al fallito agguato a Giovanni Caterino, condannato in via definita al carcere a vita perché basista della strage di San Marco in Lamis.

L’Europol: “Uno spietato killer”
“Il profilo criminale di Raduano è particolarmente importante. Egli, infatti, è al vertice dell’omonima organizzazione criminale operante sul Gargano, a Vieste, federata ad altri clan di Manfredonia, con il ruolo di promotore, organizzatore e spietato killer del gruppo, dedito alla perpetrazione di omicidi, traffico di droga e gestione del racket delle estorsioni”, aveva scritto di lui l’Europol nella scheda con la quale lo aveva inserito, dallo scorso novembre, nella lista dei latitanti più pericolosi.

Il primo a fuggire da Badu ‘e Carros
La fuga di Raduano divenne un caso anche perché mai nessuno era riuscito a evadere dal carcere di Badu ‘e Carros, considerato tra i più sicuri d’Italia. Nei giorni successivi emerse che il boss aveva probabilmente tenuto d’occhio i turni di guardia e capito quali erano le falle del sistema – “dovute a gravi carenze di organico”, accusarono i sindacati di polizia – poi sfruttate per allontanarsi dal penitenziario beffandone la sicurezza.

Le chiavi, il “buco”: cosa accadde
Dopo essersi calato con le lenzuola al di là del muro di cinta, ci furono due ore di “buco” prima che la sorveglianza si accorgesse della sua assenza. Emerse inoltre che il boss era riuscito a procurarsi le chiavi per uscire dal reparto di alta sicurezza: sapeva dove erano custodite ed ebbe anche il tempo di provarle fino a trovare quella del portone blindato. Una volta abbandonato il braccio dove era detenuto, arrivò al muro e – annodando diverse lenzuola – si costruì una sorta di “corda” con la quale calarsi e fuggire indisturbato, nonostante le riprese delle telecamere di videosorveglianza.

Catturato anche il suo braccio destro
Nelle stesse ore del blitz che ha portato all’arresto di Raduano, i carabinieri del Ros hanno fermato anche il suo braccio destro Gianluigi Troiano: il 30enne è stato rintracciato a Otura, un paese vicino a Granada, in Spagna, e a incastrarlo è stato un pacco spedito dall’Italia. L’uomo era latitante dal dicembre 2021 quando evase dagli arresti domiciliari che stava scontando con l’applicazione del braccialetto elettronico a Campomarino, in provincia di Campobasso.

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La fuga con le lenzuola dal carcere di massima sicurezza: così era fuggito il boss mafioso Marco Raduano dal penitenziario di Nuoro

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