a cura di Simone Montuschi, presidente di Essere Animali

Lunedì 15 gennaio è iniziato presso il Tribunale di Ancona il processo a carico del titolare e di due operai dell’allevamento di Senigallia (AN) dove un investigatore di Essere Animali ha documentato con una telecamera nascosta comportamenti crudeli nei confronti dei maiali.

L’investigatore era stato assunto nel settembre del 2018 e, con una telecamera nascosta, aveva ripreso maiali presi a calci e colpiti più volte con un teaser elettrico, ma anche l’uccisione di una scrofa malata a martellate, una brutale procedura chiaramente illegale.

A seguito della nostra denuncia, un’ispezione del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale Carabinieri di Ancona ha portato al sequestro di un pungolo elettrico e delle attrezzature per la castrazione dei suinetti e della mazza di ferro con cui venivano colpiti i maiali malati.

Dopo aver visto le nostre immagini sui telegiornali nazionali i cittadini e le cittadine di Senigallia hanno deciso di incontrarsi in piazza per chiedere la chiusura di quello che è stato ribattezzato “allevamento degli orrori” Nei mesi successivi l’azienda, appartenente al circuito DOP, ha deciso di chiudere.

Nel processo a carico del titolare e dei due operai Essere Animali è stata riconosciuta come parte civile. Nel rinvio a giudizio si legge che i tre sono imputati, in concorso fra loro, del reato di uccisione di animale (544 bis c.p.), per la morte di suini non commerciabili, perché non deambulanti, procurata attraverso ripetuti colpi di mazza al cranio, e del reato di maltrattamento di animale (544 ter c.p.).

Ora il nostro impegno continuerà sul piano legale per chiedere la condanna penale nei confronti degli autori di questi comportamenti.

Articolo Precedente

Per la Città 30 va ridotto il traffico urbano e liberato spazio pubblico. Sennò resta uno slogan

next
Articolo Successivo

Ultima Generazione, Dragoni fa in diretta il gesto dell’ombrello a Pecoraro Scanio e Orsingher lo striglia: “Facciamo finta di non aver visto”

next