Senza troppa modestia aveva annunciato che l’avrebbe chiamata “Biblioteca Utriana“. Il cronista del Corriere non aveva mascherato lo stupore: “Il suo cognome diventa aggettivo?”. “Che male c’è?”, aveva replicato Marcello Dell’Utri. Erano i giorni in cui veniva aperto il testamento di Silvio Berlusconi e a lui, lo storico braccio destro di mille avventure, l’uomo di Arcore aveva lasciato ben trenta milioni di euro. “Sono sorpreso. Non me lo aspettavo perché nulla mi doveva il mio amico Silvio. Io ho dato tutto a lui, la mia vita, tutto”, confidava l’ex senatore, che ha scontato una condanna per concorso esterno a Cosa nostra senza mai pronunciare una sillaba contro l’amico di una vita. E ora che farà Dell’Utri con tutti quei soldi? “Serviranno anche per un progetto al quale lavoro da un anno. Una biblioteca di libri di letteratura siciliana nel cuore della Valle dei Templi“, annunciava il cofondatore di Forza Italia nel luglio scorso, spiegando che quello sarebbe stato il suo dono per Agrigento Capitale della Cultura 2025: “Sarà pronta per quella data”. A dicembre nuova intervista, questa volta a Il Giornale, e nuovo riferimento alla biblioteca, il “progetto su cui ormai concentro tutte le mie energie”. E invece ora si scopre che già all’epoca l’Ente Parco Archeologico di Agrigento aveva rigettato la proposta di Dell’Utri. Non da qualche mese, ma addirittura dall’aprile del 2021, quindi due anni e mezzo prima dell’intervista concessa al quotidiano di via Solferino.

Il rifiuto della Regione – La notizia è emersa nella serata di martedì all’Assemblea regionale siciliana. L’assessore ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, ha risposto a un’interrogazione di Valentina Chinnici del Pd. La deputata regionale voleva chiarimenti su questa biblioteca che Dell’Utri aveva annunciato di voler costruire nella Valle dei Templi. “Il governo della Regione non ha alcuna intenzione di assecondare la proposta progettuale avanzata dal senatore”, ha assicurato Scarpinato, che è un esponente di Fratelli d’Italia e fa parte della giunta guidata da Renato Schifani, berlusconiano di ferro da quasi trent’anni. L’assessore ha spiegato che già nel dicembre del 2020 era arrivata all’Ente Parco di Agrigento “una richiesta per l’istituzione di una fondazione finalizzata alla realizzazione della biblioteca siciliana con lo scopo di gestire un importante patrimonio librario“. L’istanza era stata avanzata dalla Fondazione Biblioteca di via Senato a Milano, fondata da Dell’Utri nel 1999, che dispone di più di centomila volumi organizzati in diversi fondi. Quattro mesi dopo, il 19 aprile del 2021, l’Ente aveva risposto di non poter accogliere quella richiesta, visto che la legge regionale di istituzione del Parco non prevedeva un’ipotesi simile. “Per andare sui punti posti dagli onorevoli interroganti se sia intenzione del governo assecondare la proposta progettuale avanzata dal senatore Dell’Utri, se siano state attivate procedure volte alla realizzazione di tale biblioteca, emerge inconfutabilmente che tale iniziativa è stata bloccata fin dalla sua originale proposta“, ha concluso dunque l’assessore ai Beni culturali.

Quei dettagli sul progetto – Una risposta che ha “pienamento soddisfatto” la consigliera del Pd: “Assessore – ha replicato Chinnici – avere una biblioteca Utriana nella Valle dei Templi, con un donativo lasciato da Silvio Berlusconi, di trenta milioni di euro, eccetera, eccetera, penso che sarebbe stata, soprattutto nei prossimi anni di Agrigento Capitale della Cultura, uno smacco terrificante, un qualcosa di profondamente negativo, quindi di fronte alle sue rassicurazioni…”. All’esponente del Pd, però, qualcosa continuava a non tornare: “L’unica cosa non capisco perché il senatore… non me la sono inventata la notizia, c’era una circostanziata intervista del senatore Dell’Utri…”. E in effetti le perplessità della deputata Chinnici sono condivisibili. Già nella sua intervista al Corriere, infatti, Dell’Utri non si limitava ad annunciare la nascita della”Biblioteca Utriana“, ma forniva anche tutta una serie di dettagli: sarebbe sorta “a trecento metri dal Tempio della Concordia“, con un costo di “qualche milione“, che sarebbero serviti anche per un “laboratorio di restauro del libro e della carta, oltre a un master in biblioteca e un master in economia legato a editoria e libri”. Al Giornale, invece, spiegava che la Biblioteca Utriana avrebbe custodito “più di 12mila volumi e alcuni pezzi unici: il manoscritto del Mastro Don Gesualdo, lettere autografe di Campana e Pirandello, il carteggio di 2mila lettere del Barone Vincenzo Mortillaro, autore nell’800 di uno straordinario Dizionario siciliano-italiano”. Insomma a sentire lo storico braccio destro di Berlusconi sembrava che il progetto per la biblioteca nella Valle dei Templi fosse già ben avviato.

Dell’Utri non risponde – D’altra parte già durante un surreale colloquio col Foglio – in cui rivelava alcuni inediti episodi relativi all’assunzione di Vittorio Mangano nella villa di Arcore – Dell’Utri annunciava di stare “allestendo una biblioteca siciliana nella Valle dei Templi“. Era l’ottobre del 2021 e all’epoca la richiesta della Fondazione dell’ex senatore era già stata rigettata da sei mesi dall’Ente Parco di Agrigento, almeno a prendere per buone le date fornite all’Ars dall’assessore ai Beni culturali della Sicilia. Perché allora Dell’Utri continua ad annunciare – ormai da più di due anni – la nascita di questa biblioteca? Ilfattoquotidiano.it ha provato a porgli la domanda direttamente: l’ex senatore, però, non ha mai risposto alle telefonate e ai messaggi. Chissà, dunque, se entro il 2025 Agrigento potrà effettivamente vantarsi di avere questa fantomatica Biblioteca Utriana. Indipendemente dal valore dei libri ha già comunque un primato: sarebbe probabilmente l’unica biblioteca al mondo intitolata a un pregiudicato per fatti di mafia.

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