Da oggi il nome di Silvio Berlusconi sarà accomunato a quelli di Giuseppe Mazzini, Camillo Benso di Cavour, Gino Strada e Dario Fo. Ma pure a quello di Francesco Saverio Borrelli, l’ex procuratore che sull’uomo di Arcore ha indagato. Tormentata da una pioggia incessante è stata celebrata l’iscrizione del leader di Forza Italia al Famedio di Milano, cioè il pantheon di cittadini che hanno dato lustro alla città. Una decisione che ha ovviamente sollevato polemiche quella della commissione del Comune per le onoranze all’interno del Cimitero Monumentale, dove riposano anche le spoglie di Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo e Carla Fracci.

Le proteste della figlia di Borrelli – Che c’entra l’autore dei Promessi sposi con un pregiudicato per frode fiscale, inquisito in decine di processi? E cosa accomuna un premio Nobel per la letteratura come Fo all’ex premier, morto quando era ancora indagato dalla procura di Firenze per concorso nelle stragi del 1993? Per non parlare dei vari padri della Patria – dal Risorgimento all’Unità d’Italia – che al Monumentale riposano o sono ricordati. Logico dunque che la decisione del comune di Milano potesse provocare polemiche roventi. A cominciare da quelle sollevate dai familiari degli altri cittadini illustri il cui nome compare al Famedio. “Berlusconi è un personaggio che ha creato imbarazzi a un intero Paese, e questa iscrizione crea ulteriore imbarazzo”, ha detto Federica Borrelli, figlia dell’ex procuratore di Milano, annunciando l’intenzione di voler far cancellare il nome di suo padre dal pantheon. Per bloccare l’iscrizione di Berlusconi era stata lanciata anche una petizione con quasi 40mila firme, che però non sono bastate per far cambiare idea al Comune.

“Apprezzato ma anche criticato” – Insieme a quello dell’ex presidente del consiglio sono stati omaggiati anche altri 14 cittadini illustri o presunti tali: il nome dell’uomo di Arcore compare dopo quello di Cesare, Alessandro e Natale Balbiani, titolari della ditta d’organi più antica d’Italia, ed è seguito da Gaetanina Calvi, prima donna a laurearsi in ingegneria civile al Politecnico di Milano. Durante la cerimonia la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi, non ha potuto evitare di ricordare quanto la figura di Berlusconi sia stata “apprezzata ma anche criticata“. Un concetto contenuto anche nelle motivazioni della commissione del Comune: “Con l’iscrizione al Famedio la nostra città rende merito al ragazzo dell’Isola, all’imprenditore creatore di decine di migliaia di posti di lavoro, al leader politico e al segno indelebile lasciato dal suo talento visionario, così come dalla sua personalità strabordante, tanto apprezzati quanto criticati, ma senza alcun dubbio cruciali nella storia recente di Milano e dell’Italia”.

Il disappunto del braccio destro – Definire Berlusconi “apprezzato ma anche criticato” è il minimo sindacale per non rimuovere completamente qualsiasi nota negativa dalla sua controversa biografia. Eppure anche questo minuscola nota di cronaca non è piaciuta a Marcello Dell’Utri, storico braccio destro dell’uomo di Arcore, che ha scontato una condanna definitiva per concorso esterno a Cosa nostra. “Che cosa significa che Berlusconi è stato criticato, anche Cavour è stato criticato, anche Mazzini, anche Manzoni, che senso ha?”, ha detto l’ex senatore, unico personaggio estraneo alla famiglia citato nel testamento di Berlusconi. “Non mi sembrano discorsi, è stato criticato non vuol dire nulla. Uno nella vita ha cose buone, cose meno buone. La vita è una sola, quindi ci sono bellezza, ombre, luci ma la bellezza rimane. Oggi è un giorno speciale, lasciamo stare questo discorsi un pò peregrini, io non li guardo più i giornali”, ha proseguito Dell’Utri alla fine della cerimonia, rivolgendo ai giornalisti. Al Monumentale erano presenti anche Fedele Confalonieri, altro amico di una vita dell’uomo di Arcore, Adriano Galliani, che alle suppletive di Monza ha vinto il seggio lasciato libero dall’ex premier al Senato, e Paolo Berlusconi. Se Dell’Utri ha citato Mazzini, il fratello del fondatore di Forza Italia ha liquidato le critiche con Dante Alighieri: “Le polemiche sono fonte di odio, non meritano. Mentre Silvio era un uomo generoso, buono giusto e soprattutto aveva dentro tanto amore. Ho voluto citare Dante che ha detto soltanto non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Poi Paolo Berlusconi ha smentito fratture tra la famiglia e Meloni: “Ma quando mai. Noi apprezziamo Giorgia, che sta operando benissimo. Credo che tutte le notizie apparse siano soltanto appigli per provare a mettere zizzania tra la nostra famiglia e questo governo”. Sullo stesso tema, invece, Dell’Utri aveva glissato: “Spaccature tra la famiglia Berlusconi e Giorgia Meloni? Non mi fate queste domande, andate a chiedere ad altri. Io ormai sono un pò fuori da tutto”.

Il via libera della coalizione di Sala – In Consiglio comunale la proposta d’iscrivere il nome di Berlusconi nel Famedio era di Forza Italia, ma ha trovato l’appoggio anche della maggioranza di centrosinistra che sostiene Giuseppe Sala. “È uno scivolone di questa giunta. La questione morale non può essere oggetto di mediazione”, aveva detto al Fatto Quotidiano la figlia di Borrelli, che insieme ad altri familiari di milanesi noti ha attaccato la scelta del comune. Oggi Sala si dice “dispiaciuto” per le polemiche, sottolinea che si tratta di “una decisione del Consiglio comunale, non del sindaco” ma conferma di condividere la scelta: “È inutile far finta di niente: Berlusconi stata una persona molto apprezzata e molto criticata, ma che rimane nella storia di Milano, questa è la verità – dice – Il Famedio raccoglie le figure che hanno lasciato un segno importante nella storia di Milano. Quindi, effettivamente, l’iscrizione ci stia“. Dunque da oggi il nome di Berlusconi sarà al fianco di Mazzini e Cavour, esattamente gli esempi citati da Dell’Utri. E poco importa se fino a ieri era davvero difficile trovare punti di contatto tra l’uomo di Arcore e i due protagonisti del Risorgimento. A parte forse l’iscrizione alla massoneria, seppur in epoche e modalità molto diverse tra loro.

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