Doveva essere Sinner-Djokovic e alla fine così sarà. Jannik Sinner continua il suo straordinario percorso agli Australian Open e raggiunge il numero uno del mondo Novak Djokovic in semifinale, grazie al successo contro il russo Andrey Rublev (numero 5 del ranking) con il punteggio di 6-4 7-6 6-3. Per l’azzurro si tratta della seconda semifinale Slam in carriera, la prima a Melbourne, due anni dopo quella di Matteo Berrettini. Il tutto senza aver ancora perso un set nel torneo. Una sorta di anomalia per il tennis italiano. Quella contro Rublev è l’ennesima prova di forza per l’azzurro. Il russo ha giocato ad altissimo livello e tra i due c’è soltanto una posizione di differenza in classifica, eppure Jannik è stato capace di vincere nuovamente in tre set. Segno che tra i due c’è una differenza netta, prima mentale e poi tecnica. Adesso in palio c’è la prima finale Slam in carriera. Rublev invece è costretto a confrontarsi ancora con il suo solito tabù. In carriera non è mai andato oltre i quarti di finale in uno Slam, perdendo in tutte le dieci occasioni avute. Nello specifico, in Australia, è la terza.

Sarà quindi la semifinale delle rivincite. Sinner può riscattare la sconfitta nella sua prima semifinale Slam, quella di Wimbledon nella passata stagione, Djokovic ha il suo conto in sospeso con l’azzurro nella semifinale dell’ultima Coppa Davis, in cui si è visto annullare tre match point consecutivi prima di cedere. Una sfida da tutti attesa e pronosticata, fin dalla stesura del tabellone. Per Jannik questo è probabilmente l’ostacolo più grande della carriera, una sorta di “mostro” finale, l’esame di maturità definitivo: battere Djokovic in uno Slam, e non in uno qualsiasi. In Australia il serbo ha vinto per dieci volte il titolo, non perde da 33 partite (ottavi di finale contro il coreano Chung dell’edizione 2018) e soprattutto ha sempre vinto quando arriva in semifinale: 10 su 10. Servirà insomma una nuova grandissima impresa, che dopo le due vittorie nel finale della scorsa stagione tra Torino e Malaga non sembra però così impossibile. Sfavorito sì, ma con più di una chance a disposizione, anche visto il cammino che ha contraddistinto i due fino a questo momento. Jannik solido e convincente, Nole in netta ripresa ma con diversi passaggi a vuoto e set persi, specie nei primi turni. Sinner con questa semifinale rispetta l’obiettivo minimo di inizio torneo, quello che serviva per certificare che il finale del 2023 non è arrivato per caso.

Quello contro Rublev è stato, come detto, un match niente affatto semplice. Una battaglia vera e propria, condita anche da un leggero fastidio all’addome di Sinner, poi rientrato. Non è un caso quindi se il primo ad avere chance sia stato proprio il russo. Due per l’esattezza. Sul primo il recupero di Rublev finisce lungo, sul secondo Jannik è solido con il servizio. L’aver superato la situazione di pericolo ha immediate ripercussioni. Nel game successivo Sinner si costruisce tre palle break consecutive, ma per l’allungo basta la prima. Il diritto di Rublev viene stoppato dal nastro. L’equilibrio spezzato tranquillizza ancora di più l’azzurro, indirizzando definitivamente il set chiuso senza affanni alla prima occasione con una grande seconda che il russo non controlla: 6-4. Sei palle break, tre per parte, caratterizzano invece la parte iniziale del secondo parziale, con Rublev che prova ad alzare il livello. Sinner lo alza a sua volta, e così ecco altre tre palle break, una per il russo sul 4-3, due per l’altoatesino sul 4-4. L’andamento non si spezza e il tie-break è inevitabile. Qui Sinner prima va sotto 5-1, poi infila sei punti consecutivi che hanno un solo significato: due set a zero. Un esito che sposta definitivamente l’inerzia della sfida, nonostante due nuove palle break annullate da Jannik. L’allungo dell’azzurro infatti arriva sul 3-2 con un gran vincente di diritto. La resistenza di Rublev ormai è andata. Sul primo match point la prima di servizio è perfetta, il diritto sotto rete elementare, le braccia alzate, la semifinale contro Djokovic realtà.

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